TRACKLIST:
1. H.M.O
2. She-demon
3. Phantomland
4. Rapscallion
5. Speed demon
6. Resurrected
7. Army of the dead
8. In sickness and in hell
LINE-UP:
Rich Kubik - Bass, Vocals
Charles Koegler - Guitars
Drew Rizzo - Drums
TRACKLIST:
1. H.M.O
2. She-demon
3. Phantomland
4. Rapscallion
5. Speed demon
6. Resurrected
7. Army of the dead
8. In sickness and in hell
LINE-UP:
Rich Kubik - Bass, Vocals
Charles Koegler - Guitars
Drew Rizzo - Drums
I Midnite Hellion arrivano dal New Jersey negli USA e si sono formati nel 2011 per iniziativa del batterista Drew Rizzo; nel corso degli anni hanno realizzato un LP (già recensito su queste pagine), un EP, qualche singolo ed un Live Album, prima di arrivare a rilasciare questo “Kingdom immortal” a gennaio 2022 per la sconosciuta label statunitense Power Chord Productions. Il disco è composto da otto tracce per poco più di 35 minuti di durata, con un simpatico artwork ispirato alle divinità dell’antica Grecia. Lo stile musicale del gruppo americano è un classicissimo Heavy Metal, ispirato al sound degli anni ’80, quasi ai confini dello Speed Metal, ma fortunatamente senza una produzione vintage; certo, da quest’ultimo punto di vista, si potrebbe migliorare, soprattutto il rullante della batteria non mi ha entusiasmato (troppo secco), ma possiamo anche accontentarci. Rispetto al passato notiamo l’ingresso in formazione di un nuovo chitarrista, con Charles Koegler che ha preso il posto di Mario DiBartolo, purtroppo però il tallone d’Achille della band è rimasto: il singer Rich Kubik è migliorato rispetto al precedente disco, ma comunque Madre Natura gli ha donato un’ugola alquanto limitata e, come avevo avuto modo di evidenziare nella recensione del precedente disco, sarebbe molto meglio se si limitasse a suonare il suo basso, lasciando il microfono ad un cantante più dotato e più potente. Uno stile come il suo potrebbe essere accettabile in un gruppo Thrash, ma per l’Heavy Metal del gruppo servirebbe un’ugola più educata, con maggiore estensione vocale e maggiore potenza. Dispiace evidenziare questo punto debole, perché musicalmente la band americana è più che valida e le otto canzoni si lasciano ascoltare tutte piacevolmente a livello musicale, ma il cantato si fatica davvero a trovarlo accettabile; basti prendere ad esempio la traccia “Rapscallion”, nella quale si ripete più volte il coro in cui risulta evidente lo sforzo del cantante per assicurare una prestazione ai limiti del decente. Come detto, la musica dei Midnite Hellion è piacevole, grazie anche a parti soliste di chitarra sicuramente indovinate, trame del basso interessanti ed un ritmo spesso frizzante, grazie ad un sapiente uso della batteria da parte del leader Drew Rizzo. Di certo non bisogna pretendere originalità o innovazione, vocaboli sconosciuti a questo trio, ma mettersi all’ascolto senza particolari pretese, se non quella di trascorrere un po’ di tempo in maniera piacevolmente spensierata. Con questo “Kingdom immortal” i Midnite Hellion confermano quanto di positivo fatto notare in passato e si spera che presto possano comprendere di avere bisogno come il pane di un valido cantante per aspirare a qualcosa in più della sufficienza.