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Il ritorno del pallido cavallo. Il ritorno del pallido cavallo. Hot

Il ritorno del pallido cavallo.

recensioni

titolo
Lay my soul to waste
etichetta
SPV/Steamhammer
Anno

1. Lay My Soul to Waste

2. Shallow Grave

3. The Needle in You

4. In the Sleeping Death

5. Killer by Night

6. Growing Old

7. Dead of Winter

8. Devil Came With a Smile

9. Day of the Storm

10. DMSLT

11. Cold Dark Mourning

opinioni autore

 
Il ritorno del pallido cavallo. 2013-07-22 10:44:18 Dario Onofrio
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Dario Onofrio    22 Luglio, 2013
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Gothic metal: un termine fin troppo abusato da una varietà pressoché infinita di band. Questo termine racchiude sotto di sé band diversissime tra di loro che variano dai Theatre of Tragedy fino ai Type 0 Negative. Eppure forse è proprio la seconda band che ho citato ad essere stata una delle prime ad aver definito alcuni connotati del genere: non lento come il doom, con parti hard rock/heavy piuttosto marcate.
Se pensavate, inoltre, che dopo la morte di Peter Steele i musicisti dei T0N sarebbero rimasti con le mani in mano vi sbagliavate di grosso: guidati da Sal Abruscato gli A Pale Horse Named Death arrivano alla seconda fatica in studio, con un sound se vogliamo ancora più duro e malinconico del precedente And Hell Will Follow Me. Le premesse per un buon disco ci sono tutte: Matt Brown, uno dei migliori tecnici del suono che si possano trovare sul suolo statunitense, dietro alla chitarra ritmica e addetto ai cori e Jhonny Kelly, ex T0N e Danzing, dietro alla batteria. A chiudere il quintetto ci sono Eddie Heedles alla chitarra e Dave Bizzgotti al basso, per una line-up rinnovata ma che mantiene il nucleo originale della band inalterato.
Lay my soul to waste è appunto l'intro del disco, che va a sfumarsi in Shallow Grave, classico pezzo d'apertura con un bel riffone massiccio e un chorus trascinante e cantabile. Le influenze si sprecano: si sente che ogni membro della band ha messo qualcosa di suo pur senza discostarsi dalla base stoner/doom. Con The Needle in You le chitarre si "inacidiscono", portandoci su terreni più alternativi, mentre Sal Abruscato sfodera uno screaming di gran classe, mentre In the sleeping Grave ci riporta sui toni dell'opener, con un pizzico in più di classico heavy. Uno dei pezzi sicuramente più interessanti è la successiva Killer by the Night, che si sposta su terreni più rockeggianti, mentre iniziamo a frenare la velocità a partire da Growing Old, pezzo che si assesta nuovamente sulle ritmiche delle prime canzoni del disco. Piccola parentesi: i temi sono sempre gli stessi, ovvero la morte, l'omicidio, la solitudine etc... insomma non leggetevi i testi prima di andare a dormire! La ballad Dead of Winter in realtà è molto suggestiva, anche se per alcuni toni resta decisamente inquietante. Verso la fine del disco troviamo ancora dei pezzi veloci come Devil Came With a Smile e DMSLT, intervallati da Day of the Storm, il pezzo più doom dell'album, che fa riferimento agli uragani Irene e Sandy e alla distruzione che hanno portato. A chiudere il disco la conclusiva Cold dark Mourning, ispirata nientemeno che al funerale di Peter Steele...
Insomma, la coppia Abruscato/Brown ha scritto un altro grande bel disco di puro gothic metal "alla vecchia maniera". Certo, non possiamo parlare di capolavoro, ma i cinque musicisti statunitensi hanno dimostrato che si possono scrivere delle belle cose anche con un sound già collaudato e sentito svariate volte.

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