Quarto studio album per gli Infernal Hate, che con "The Order of the Black Kestrel" tornano a ben dieci anni di distanza dal predecessore "Abicen Abora"; licenziati da Art Gates Records, i Nostri ci regalano una mezz'ora circa di Brutal Death che MOLTO deve soprattutto ai Nile: più di un'ombra d'influenza di Karl Sanders e soci è pienamente riscontrabile lungo le otto tracce che compongono la tracklist di questa quarta fatica targata Infernal Hate: dalle ritmiche ai riff, da quel sapiente modo di "giocare" con le melodie dandone quelle tipiche atmosfere dei giganti statunitensi ("Black Crowns Over the Horizon", "Ex Nihilo"), fino alle spietate accelerazioni dal sapore marziale ("Lies Against Humanity" è l'esempio più lampante di brano Nile-oriented, al paio con "Vulcanoapocalypsis"). Va da sé, la sensazione di ascoltare una copia dei suddetti di fa vieppiù forte con lo scorrere dei brani, ma non per questo "The Order of the Black Kestrel" è un lavoro da buttare, anzi: gli Infernal Hate sono anzitutto una band che può contare su una tecnica individuale dei singoli musicisti da non sottovalutare affatto; il trio delle Isole Canarie insomma sa come usare le armi in loro possesso ed è soprattutto con queste che va a compensare la quasi totale mancanza di originalità - spiace metterla giù così, ma è un dato di fatto -. Se siete dei fans degli egittologi della South Carolina, gli Infernal Hate vi sapranno dare una trentina di minuti di buon intrattenimento, grazie a un disco che comunque scorre via senza momenti di stanca. Certo è che in futuro bisognerà dare una sferzata molto più personale, perché continuando così il rischio di "citazionismo estremo" sarebbe quasi senza ritorno.