L'immaginario di H.P. Lovecraft ha sempre avuto una certa presa sulle bands Metal, soprattutto in campo estremo. Non sono pochi i gruppi che hanno dedicato uno o più pezzi al Solitario di Providence - a partire da una leggenda vivente come i Metallica con "The Thing that Should not Be" e "The Call of Ktulu", ma è giusto il primo esempio che viene in mente -, come non sono pochi quelli che hanno incentrato le proprie tematiche sulla mitologia dello scrittore americano, come Portal e The Great Old Ones, oppure, per restare in ambito italico, Maze of Sothoth e Crawling Chaos. A questa innumerevole schiera va ad aggiungersi una nuova band: gli spagnoli Bizarre, formatisi nel 2015 e che arrivano oggi alla pubblicazione del primo full-length, il lovecraftiano "Invocation Codex" licenziato da una garanzia come Transcending Obscurity Records. I Bizarre arrivano all'appuntamento con il primo lavoro su lunga distanza dopo aver fatto già drizzare le antenne agli amanti dell'underground Death Metal con il demo del 2015 "Moldy and Decomposed" e l'EP del 2016 "Inner Necropolis"; c'era insomma una certa attesa riguardo questa loro nuova fatica, attesa non disillusa dopo l'ascolto dei quasi 3/4 d'ora di "Invocation Codex". E' un Death Metal dai tono estremamente rudi e cupi quello della band iberica, in cui è impossibile non notare una certa venerazione per i padrini Morbid Angel, ma con rimandi anche a gruppi come Adramelech e Sepulchral Curse. Ma un altro elemento importante che riguarda l'operato dei Bizarre è da ricercarsi nelle atmosfere da "colonna sonora da film horror", con un lavoro di tastiere mai troppo ridondante che aiuta in tal senso a dare quelle arie orrorifiche ricercate dai Nostri - in questo caso il paragone con i Ghastly è inevitabile -. All'interno di un sound estremamente compatto, in cui i Bizarre sanno benissimo quando spingere sull'acceleratore o dosare la loro forza con passaggi spaccacollo, non mancano nemmeno fraseggi più melodici che riescono a dare alle composizioni una certa maggior ariosità, pur mantenendo inalterata l'aurea maligna che pervade l'opera (l'ottimo singolo "Ex Oblivione" ne è un chiaro esempio). La tracklist scorre via in maniera piacevole, aiutata anche da brevi intermezzi - "Anima", "The Speeches of the Damned" - che danno all'ascoltatore attimi di pausa prima che i Nostri ripartano alla carica, con pezzi anche notevoli come "Souls in Formaldehyde", a nostro avviso il migliore del lotto: un brano che fortemente rimanda ai Morbid Angel di "Gateways to Annihilation", ammantato da atmosfere orrorifiche date dalle tastiere, la fotografia perfetta, insomma, del sound dei Bizarre.
"Invocation Codex" è da un lato un album Death Metal che sarà facilmente assimilabile dai fans del genere, ma dall'altro ha anche bisogno di qualche attento ascolto in più per coglierne le sfumature più recondite. Basta questo per capire quale buonissimo lavoro abbiano svolto i Bizarre in questo loro primo full-length.