Mancavano all'appello da ben nove anni gli svedesi Aeon, ossia dall'ottimo "Aeons Black"; da allora cambi di formazione - tra cui la fuoriuscita ed il rientro di Daniel Dlimi alla chitarra e l'entrata dietro le pelli del batterista dei Dark Funeral Janne Jaloma - e, sostanzialmente, una lunga attesa che viene oggi ripagata da "God Ends Here", quinto studio album per la brutale creatura di Östersund licenziato da Metal Blade Records. Gli Aeon sono, insieme ai connazionali Bloodbath, quelli che in Scandinavia più pagano tributo alla mitica scena statunitense: fedeli al loro sound, gli Aeon picchiano senza pietà con il loro Death Metal che rimanda ai maestri del genere (Deicide, Hate Eternal, Cannibal Corpse, Morbid Angel...), senza però - come sempre - risultarne una stucchevole copia. Ed il rientro in formazione del principale compositore Daniel Dlimi è stato non poco d'aiuto in questo senso: i brani che compongono la tracklist, in cui troviamo anche cinque brevi intro/intermezzo strumentali, sono tutti di presa immediata; non parliamo ovviamente di brani a loro modo "catchy", visto che si parla pur sempre di Death Metal, ma va comunque dato atto agli Aeon di esser stati capaci di tirare fuori un lotto di brani che difficilmente potranno mai annoiare, nonostante si arrivi ai quasi 50 minuti di durata totale. Ok, un paio di brani sembrano avulsi dal contesto generale - su tutti la conclusiva "Queen of Lies" - ed eliminandole s'avrebbe avuto un disco più compatto nell'insieme, ma d'altra parte episodi come i singolo "God Ends Here" e "Church of Horror", così come "Let It Burn", "Despite the Cross" e "Just One Kill" ripagano senz'altro quei momenti di cui dicevamo poco sopra. Manca in generale un po' di spontaneità alle composizioni e si ha la sensazione generale che gli Aeon seguano pedissequamente il sentiero lasciato dai Deicide, ma ciò non toglie che "God Ends Here" riesce ad essere un disco godibilissimo in cui la fiume in piena di riff della coppia Dlimi/Nilsson ed il terremotante drumming di mr. Jaloma riescono a tenere sempre la tensione su di un alto livello. Sostanzialmente, la quinta fatica degli Aeon non andrebbe affatto a sfigurare nella discografia di qualsiasi deathster che si rispetti.