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Satyricon - The Shadowthrone, la nuova veste! Satyricon - The Shadowthrone, la nuova veste! Hot

Satyricon - The Shadowthrone, la nuova veste!

recensioni

gruppo
titolo
The Shadowthrone
etichetta
Napalm Records
Anno

Tracklist: 
1. Hvite Krists Død (8:27)
2. In the Mist by the Hills (8:01)
3. Woods to Eternity (6:13)
4. Vikingland (5:14)
5. Dominions of Satyricon (9:25)
6. The King of the Shadowthrone (6:14)
7. I En Svart Kiste (5:24)

Recording line up: 
Satyr - vocals, guitars, keyboards 
Samoth - guitars, bass 
Frost - drums

opinioni autore

 
Satyricon - The Shadowthrone, la nuova veste! 2021-09-18 17:17:54 Anthony Weird
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Anthony Weird    18 Settembre, 2021
Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 2021
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Solenne, maestoso, ipnotico, non trovo altre parole per definire “The Shadowthrone”. I Satyricon avevano già dato prova di grande maestria quando nel 1993 pubblicarono “Dark Medieval Times”, che è diventato col tempo una pietra miliare, qualcosa da cui rubare ed ispirarsi per creare le proprie opere (non solo musicali). La nuova edizione del secondo grande album della band viene riproposta oggi non semplicemente con un remastering, come spesso siamo abituati, ma con una riedizione totale di tutto l’album, copertina compresa. I brani sono stati tutti ripresi e rielaborati uno ad uno, per garantire il massimo risultato voluto dalla band. La copertina è un’opera del pittore norvegese Harald Sohlberg dal titolo “Natteglød” - ovvero “Bagliore Notturno” - ,creata nel 1893 e devo dire che difficilmente avrebbero potuto scegliere un’immagine migliore per “The Shadowthrone”. Un album inesorabile, in cui le parti più sporche e rabbiose si alternano a momenti solenni e lenti, che danno l’impressione di essere braccati, senza via d’uscita, non serve correre perché tanto non puoi scappare. Conosciamo tutti “Hvite Krists Død”, ma devo dire che in questa versione è molto più efficace, anche se la miglior produzione, secondo me, va a smorzare l’effetto di “ombra aleggiante” sulle nostre teste, che ho sempre amato nel Black Metal più atmosferico e sinfonico.
Diciamoci la verità, “The Shadowthrone” fu quasi totalmente eclissato da quel “Nemesis Divina” tanto ingombrante nella storia dei Satyricon (non sogghignate pensando al video di “Mother North” che vi vedo!). Questo secondo lavoro senza dubbio non può che mettere dei paletti specifici, dimostrando che il Black Metal non è solo riff circolari e voci caotiche, che c’è molto di più, c’è storia, c’è cultura, c’è la voglia di uscire da una cristianità che ha da secoli oppresso e distrutto le religioni scandinave. Tutto questo i Satyricon - e tutta la scena Black - lo avevano denunciato attraverso la loro musica e i loro (sì, ok, discutibili) atti durante gli anni ’90, quindi sentir risuonare oggi - circa trent’anni dopo - “The Shadowthrone” nel buio della mia camera, con una nuova linfa, una nuova forza, sempre più orgoglioso dei suoi natali vichinghi, non può che essere come benzina sul fuoco della fiamma nera.
Non sono un grande amante delle riedizioni/ristampe, ma se questo può servire a ridare speranza, ridare forza al mondo Black Metal, allora questa nuova vita di “The Shadowthrone” vale tanto oro quanto ne pesa ogni singola copia. Da avere.

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