1. Mot Helgrind
2. Fordom
3. Veners förfall
4. Illvilja
5. Kamp
6. Relik
7. Vindöga
8. De ödeslösa
Un disco indimenticabile: viking allo stato puro.
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Viking metal, pagan metal e altri termini che spesso danno solo un'idea di quello che c'è dietro a una band. In un panorama musicale dove l'estremo si sposa sempre più con la sperimentazione mentre dall'altra parte si cavalcano mode e stilemi solo per raggiungere una notorietà effimera, sono poche quelle band che osano ancora riproporre con insistenza, ma anche con una vena mai vuota d'ispirazione, il sound dei loro dischi.
I Thyrfing appartengono, secondo il sottoscritto, al secondo tipo. A distanza di ben cinque anni dall'ultimo Hels Vite, i nostri tornano sulla ribalta con il nuovo De Ödeslösa: un disco a mio parere must per qualsiasi amante del viking e dell'epic metal. Dopo la svolta black degli ultimi dischi, il quintetto svedese decide di coniugare questa nuova era con quella ancora precedente: ritornano con prepotenza le tastiere, le atmosfere solenni e la parte folk che caratterizzava il sound dei primi Thyrfing.
Mot Helgrid, l'opener, ci investe sin da subito con una tormenta di neve, dove gli urli di Jens Rydén sembrano provenire da una marcia disperata attraverso le montagne, al quale si contrappone un coro epico, denso di pathos. Già da questo primo pezzo si nota come la band non si sia mai adagiata su stilemi e su cose già sentite: i Thyrfing non innovano, ma la loro tecnica compositiva resta emozionante e ricca di spunti che variano dal black, al viking, fino a passare per il vecchio folk metal. Fordom, il secondo pezzo, inizia anch'esso con una cavalcata che va a stemperarsi in una chitarra acustica, per poi passare dopo poco tempo al vero ritmo della canzone: anche qui una cadenza regolarissima di batteria, quasi glaciale, ancora cori e l'immancabile tastiera che dà quel senso di smarrimento in mezzo ad una tormenta. Arriva poi quello che è forse il mio pezzo preferito del disco: Veners Förfall inizia con uno scacciapensieri che va poi a concretizzarsi immediatamente in un pezzo durissimo: la voce rabbiosa di Jens Rydén ci trasporta di nuovo in un mondo innevato, ma meno riflessivo dei pezzi precedenti, anzi più emozionale. L'ottimo lavoro di Joakim Kristensson dietro le pelli dà valore aggiunto a una parte ritmica che un'altra band avrebbe lasciato piatta e senz'anima. Bellissimo anche lo stacco diviso tra batteria e chitarra dopo la metà della canzone, che lascia spazio a un evocativo piano sotto il quale si inserisce uno spettacolare coro epico. Ilvija invece ha un incipit sereno, prima dell'esplosione della tempesta di neve: sicuramente uno dei pezzi più evocativi dell'album e quello più prettamente viking metal, con un bellissimo ritornello che inizia con un rallentamento e l'introduzione di arpa e tastiera. A seguirlo l'atmosfera guerresca di Kamp, che sembra quasi un grido di battaglia in mezzo a dei boschi infiniti. Il pezzo inizia infatti con chitarra, batteria e voce, per poi partire con un riff molto orecchiabile accompagnato dalle tastiere, per poi sfociare in un evocativo ritornello su alcune note di arpa. Relik invece inizia senza alcuna pietà, con delle atmosfere che non sentivo dai tempi dell'immortale Jaktens Tid dei Finntroll, per poi proseguire con cavalcate e sfuriate black/viking e sfociare in un bellissimo assolo verso il finale. A chiudere il disco due pezzi da sei minuti l'uno: Vindöga e la title-track seguono più o meno la stessa struttura, con un picco di epicità per quanto riguarda il secondo pezzo, andando a riprendere i temi e i cori dei pezzi precedenti ed ampliandoli. Padrone anche qui tastiera e arpa, che si fondono perfettamente con gli strumenti tradizionali trasportandoci attraverso lande innevate ed immortali monumenti di un passato che non c'è più.
I Thyrfing, insomma, ci regalano un'altro capitolo degno di nota nella storia di questo genere. De Ödeslösa è un disco che merita sicuramente l'acquisto e che a breve entrerà nella mia collezione: senza sperimentare, senza innovare, la piaga del nord ha messo a segno un'altro colpo che rimarrà sicuramente nella memoria degli ascoltatori di questo genere e sarà tra i più bei dischi del 2013.