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Nùmenor: continua il fantasy metal dei serbi, tra pezzi riusciti e qualche piccola caduta Nùmenor: continua il fantasy metal dei serbi, tra pezzi riusciti e qualche piccola caduta Hot

Nùmenor: continua il fantasy metal dei serbi, tra pezzi riusciti e qualche piccola caduta

recensioni

gruppo
titolo
Draconian Age
etichetta
Elevate Records
Anno

Tracklist:
1. Make The Stand (feat. Hansi Kürsch)
2. Nùmenor
3. Hall Of The Mountain King
4. Feanor
5. Mirror, Mirror
6. Arkenstone
7. Where Battle Rages On
8. Twilight Of The Gods
9. The Days Of Final Frost
10. The Last Of The Wizards

Line Up:
Srđan “Sirius” Branković – Guitars/Bass Guitar
Despot Marko Miranović – Harsh Vocals
Marko Milojević – Drums
Mladen Gošić – Keys
Željko Jovanović – Clean Vocals

opinioni autore

 
Nùmenor: continua il fantasy metal dei serbi, tra pezzi riusciti e qualche piccola caduta 2021-04-14 16:50:59 Gianni Izzo
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Gianni Izzo    14 Aprile, 2021
Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 2021
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ci siamo occupati dei serbi Nùmenor poco tempo fa per l’uscita dell’EP “Make The Stand”, con l’ospite d’onore alla voce, Hansi Kursch, dei Blind Guardian. Vediamo adesso come i Nùmenor se la sono cavata con il full-length “Draconian Age”. Abbiamo già parlato della buona e tirata opener, che rimane tra le migliori proposte del disco, così come abbiamo accennato a “Where Battle Rages On”, quindi concentriamoci sulle altre tracce. Interessante la versione metal di “Hall Of The Mountaing King”, tratta dal “Peer Gynt” del compositore Edward Grieg. Non eccezionali le strofe, ma il piano che riprende la famosa opera, unita alle chitarre ed allo screaming di Miranovic merita, anche perché ci mostra la perizia tecnica dei musicisti serbi.

A livello di testi è sempre Tolkien al centro dell’attenzione dei nostri, tanto che anche l’artwork è ripreso dalla versione serba del 1984 de “Il Signore degli anelli”, disegnata da Dobroslav Bob Zivkovic. Abbiamo un’ottima cavalcata tra power e symphonic black intitolata “Feanor”. Rispetto ai precedenti lavori, la parte più estrema della musica dei Nùmenor sembra voler essere più protagonista questa volta, tanto da donare a "Draconian Age" un’aura più oscura del solito, ottime in questo senso “The Days Of Final Frost” e “The Last Of The Wizard”, entrambe ispirate molto alla musica dei Dimmu Borgir. Nonostante questo, ogni pezzo, dove più, dove meno, ha il suo momento heavy/power. “Arkenstone” ha persino un andazzo hard rock, nonostante non sia mai messo da parte lo screaming di Miranovic. “Mirror mirror” non ha niente a che fare con l’inno power per eccellenza dei Blind Guardian, il mix musicale tra classico ed estremo dei Nùmenor rimane inalterato, tra cavalcate e momenti epici.

“Draconian Age” è scorrevole, anche perché dieci brani alla fine hanno una durata di poco più di mezz’ora di musica, quindi niente dilungamenti, ma canzoni essenziali, che si lasciano ascoltare con piacere. Non ci sono infatti momenti sotto la sufficienza, ma qualche problema a livello di produzione rimane che non ci fa godere a pieno il disco dei nostri, insieme a qualche interpretazione un po’ troppo dilettantistica, prendete i cori ed alcune parti del cantato di “Twilight Of The Gods” ad esempio, che ci lasciano un po' interdetti. Queste imperfezioni troppo marcate non ci permettono di alzarci oltre la sufficienza, ma parliamo comunque di una sufficienza più che meritata. Dopotutto i Nùmenor non hanno mai deluso, ma continuano a portarsi appresso alcune piccole cadute di stile, che a questo punto si potrebbero tranquillamente scrollare da dosso, per poter volare più in alto.

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