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Daniele Liverani: scorribande di chitarra, e musica classica. Daniele Liverani: scorribande di chitarra, e musica classica. Hot

Daniele Liverani: scorribande di chitarra, e musica classica.

recensioni

titolo
“World’s Apart”
etichetta
Autoproduzione
Anno

Tracklist:
1. The Race Is On
2. Keep Your Distance
3. Perfect Evening
4. A Kingdom Without Thorns (Primo movimento della sinfonia n.1 in RE minore Op.7)
5. Scratchy
6. Open Sesame
7. Abnormal
8. Magic Encounters (Secondo movimento della sinfonia n.1 in RE minore Op.7)
9. Comfortably
10. Meatball Struggle
11. Everything Ends
12. The Love Rose (live)
13. A Walk With The Giants (Terzo movimento della sinfonia n.1 in RE minore Op.7)

Line up:
Simon Ciccotti: drums
Daniele Liverani: gutar, bass
Alberto Barsi: guitar on 7
Jordan Steele: guitar on 10
Edoardo Taddei: guitar on 11
Karlina Ivane: violin on 12
Andrew Steffen: violins and violas on 4, 8, 13
Andrew Stern: cellos
John Hall: contrabasses
Christy Kim: flutes and piccolo
Lauren Urban: oboe and english horn
Liam Kinson: clarinets and bass clarinets
Eric Heidbreder: bassons
Robert Franken: contrabasson on 4
Cameron Lee Keenan: contrabasson on 8, 14
Marc Papeghin: french horns and trumpets

opinioni autore

 
Daniele Liverani: scorribande di chitarra, e musica classica. 2021-04-09 10:20:43 Corrado Franceschini
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Corrado Franceschini    09 Aprile, 2021
Ultimo aggiornamento: 09 Aprile, 2021
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Mi scuso con Daniele Liverani per il fortissimo ritardo con il quale arriva questa recensione. Il nome di Daniele Liverani non si trova quasi mai nei blog dedicati all’Heavy Metal italiano eppure, il contributo dato da questo polistrumentista alla nostra scena musicale è enorme. Possiamo trovare la chitarra o le tastiere del musicista in gruppi come Empty Tremor, Twinspirits , nella trilogia da lui composta “Genius – A Rock Opera” e in altre realtà oltre che, ovviamente, nei suoi dischi da solista. Non è mai facile approcciarsi a un lavoro di Daniele e nel caso di “Worlds’s Apart” lo è ancora meno. In primo luogo bisogna apprezzare il suono e il tipo di composizioni dei Guitar Heroes in più, questa volta, bisogna anche essere dei grandi appassionati di musica classica. I primi tre pezzi non aggiungono molto a ciò che già conosciamo dal punto di vista compositivo e tecnico di Daniele. Riffs di chitarra, divagazioni pirotecniche sul tema portante, chitarre sommate le une alle altre, il tutto assemblato con un’operazione di missaggio certosina. L’unica cosa che “stona” all'orecchio è il suono della batteria di Simon Ciccotti che appare secco e legnoso: un “neo” che si nota anche negli altri pezzi. Probabilmente il lavoro da studio ha richiesto alcuni passaggi attraverso programmi del computer come si fa al giorno d’oggi: soprattutto quando si lavora a distanza. Con il quarto pezzo (“A Kingdom Without Thorns”) le cose cambiano in maniera radicale. Dopo un’introduzione maestosa entrano in scena strumenti come oboe, viola e violino, suonati da musicisti in carne e ossa, che danno vita a una piece di musica classica divisa in diversi movimenti che vanno dall’adagio all’andante con brio. Come se non bastasse, nell’arco della durata di otto minuti, compaiono un flauto tenue, un piano a cascata e una sezione di corni. Un vero e proprio colpo gobbo per chi si aspettava uno sviluppo orientato al Metal. Con “Scratchy” Torna la tipica verve incentrata su più chitarre. Dopo una fase iniziale volta a creare pathos veniamo catapultati in un mondo dove riffs legati al brano precedente, si integrano con suoni di chitarre che contrappuntano ogni sorta di movimento. “Abnormal” vede come ospite il chitarrista Alberto Bassi. Il suo strumento e quello di Daniele vanno d’amore e d’accordo dimostrando un’intesa perfetta. Gli otto minuti e quarantadue secondi di “Magic Encounters” calcano di nuovo e in maniera pesante, il terreno della musica classica. Nella fase più onirica si è palesata davanti a me l’immagine di due unicorni in tutta la loro bellezza e magnificenza, che s’incontrano in una foresta incantata. Esiste però una fase più malinconica e introspettiva. “Confortably” ha il suo punto di forza nella chitarra tesa ad evocare uno stile Barocco. “Meatball Struggle” mostra chiaramente il dualismo e i diversi stili di Liverani e dell’ospite Jordan Steel. In “Everything Ends” ad essere ospite è Edoardo Taddei. Inutile dire che lo strapotere dei due strumenti fa passare in secondo piano tutto il resto. Con “Love Rose” si tira di nuovo il fiato grazie alla viola che suggella l’atmosfera ispirata nuovamente al Barocco. Nell’ultimo pezzo dal titolo “A Walk With The Giants” oboe e corni tornano ad allietarci e ci accompagnano alla fine di un viaggio, quello di “World’s Apart”, che consiglio di percorrere solo agli amanti degli Shredders, di Joe Satriani, Di Grieg: il compositore del celebre “Il Mattino” e di Mussorgsky. Se vi mancano questi “requisiti” passate oltre oppure, sfidate la sorte inoltrandovi in qualcosa di difficile ma suggestivo.

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