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Gaia Epicus: un settimo lavoro che conferma la band norvegese nel bene e nel male Gaia Epicus: un settimo lavoro che conferma la band norvegese nel bene e nel male Hot

Gaia Epicus: un settimo lavoro che conferma la band norvegese nel bene e nel male

recensioni

titolo
Seventh Rising
etichetta
Epicus Records
Anno

Tracklist:
1. Like A Phoenix
2. Rising
3. Nothing To Lose
4. From Ashes To Fire
5. The Dream
6. Invisible Enemy
7. Dr. Madman
8. Number One
9. Gods Of Metal
10. We Are The Ones
11. Eye Of RA

Line-up:
Thomas Chr. Hansen - vocals, guitars, bass 
Mike Terrana - drums (session)

Guests: 
Tim "Ripper" Owens - vocals
Lukky Sparxx - guitars

opinioni autore

 
Gaia Epicus: un settimo lavoro che conferma la band norvegese nel bene e nel male 2021-02-14 15:01:11 Gianni Izzo
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Gianni Izzo    14 Febbraio, 2021
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 2021
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I norvegesi Gaia Epicus del 2020 sono ormai, o comunque per il momento, una one man band: dietro tutti gli strumenti è rimasto il membro fondatore, Thomas Hansen. Egli avviò il progetto già all’inizio degli anni ’90, cambiando stili, nomi e loghi, passando dal thrash al power, fino ad arrivare al nuovo millennio ufficializzando la propria passione musicale con il moniker Gaia Epicus. Fin dall’inizio la band ha sofferto di continui cambi di line up, e difficoltà nel portare avanti il progetto musicale, tra dispute con la ex label, e la tragica perdita in un incidente stradale del bassista Yngve Hanssen nel 2005.
La creatura di Hansen, nonostante qualche soddisfazione personale, tra tour europei e ed ottimi special guests nei vari album, ha risentito di tutte le difficoltà del caso, tant’è che il chitarrista al momento pubblica i dischi della sua creatura con la Epicus Records, piccola label indipendente creata da lui stesso. Insomma tutto ciò che ruota intorno ai Gaia Epicus è a nome Thomas Hansen.

Da un punto di vista strettamente musicale, nonostante diverse buone idee, che troveremo anche in quest’ultimo lavoro, i dischi non sono sempre stati irresistibili dall’inizio alla fine. Gli amori musicali di Thomas sono chiari, dal thrash dei Metallica, al power degli Helloween e dei Gamma Ray, fino all’heavy dei Judas Priest, ma purtroppo in ogni disco non si è insistito su una buona amalgama dei vari sottogeneri, piuttosto l’ascoltatore ha sempre il senso di assistere ad un continuo tributo verso le varie band ispiratrici, con esiti altalenanti.

Il settimo sigillo della discografia dei Gaia Epicus, “Seventh Rising”, non si discosta molto da questo modus operandi, tanti brani in puro power metal style made in Germany, e qualcosa direttamente accostabile ai Metallica, con tanto di impostazione vocale alla Hetfield.
“Seventh Rising” è dotato di ottimi riff, Hansen è un bravo polistrumentista, ma soprattutto un bravo chitarrista, purtroppo non è un altrettanto buon cantante e, nella maggior parte dei casi, sembra non riuscire a rendere bene le linee vocali di pezzi che si presentano altrimenti molto buoni, anche se non originalissimi. “Like A Phoenix” inizia con un bel fraseggio di piano per poi esplodere in una tiratissima e melodica power metal song, “Rising” ne segue le orme, poi si cambia stile e si finisce in canzoni dall’approccio più duro e scuro, cominciano i brani melodic thrash a tenere banco, accettabili “Mr. Madman” o “Invisible Enemy”, ma per la maggiore sembrano carenti di vero mordente, né carne e né pesce, come si suol dire.
Si trotta così così fino all’anthemica “Gods Of Metal”, ed a fianco di Hansen si riconosce subito l’inconfondibile voce di Tim Owens, l’altro guest è Mike Terrana alla batteria. Il brano è convincente, la produzione non tanto, la voce di Owens non è trattata al meglio, in quanto a volumi non ci siamo. Ultimo assaggio positivo del disco è “Eye Of RA”, a parte le solite linee vocali non all’altezza, è l’unico brano che riesce a fondere al meglio le anime dei Gaia Epicus, il power, l’heavy ed il thrash, in quello che si presenta un buonissimo ed epico finale, tellurico quanto basta, con un bel ritornello che ti si ficca subito in testa.

Le idee continuano a scorrere a corrente alternata per la band norvegese, la produzione non è il massimo, una buona metà dell’album è buona, l’altra lascia il tempo che trova, e soprattutto Hansen dovrebbe trovare almeno un buon cantante che lo affianchi. Se ci fossero state almeno delle linee vocali più decise, parleremo di una sufficienza, ma così non è, “Seventh Rising” non è certo da buttare, c’è del buono, ma ha anche qualche problema di troppo.

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