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A dir poco bestiali gli Azarath nel loro settimo album A dir poco bestiali gli Azarath nel loro settimo album Hot

A dir poco bestiali gli Azarath nel loro settimo album

recensioni

gruppo
titolo
Saint Desecration
etichetta
Agonia Records
Anno

PROVENIENZA: Polonia 

GENERE: Black/Death Metal 

FFO: Behemoth, Krisiun, Immolation, Hate, Belphegor 

LINE UP: 
Skullripper - vocals, guitars
Bart - guitars
Peter - bass
Inferno - drums 

TRACKLIST: 
1. Death-at-Will [03:54] 
2. Sancta Dei Meretrix [03:17] =ASCOLTA= 
3. Let them Burn… [03:23] 
4. Fall of the Blessed [03:40] 
5. No Salvation [04:41] =ASCOLTA= 
6. Profanation [02:53] 
7. Reigning over the Death [03:45] 
8. Life is Death, Death is Life [03:55] 
9. Inflicting Blasphemy upon the Heavens [03:50] 
10. Beyond the Gates of Burning Ghats [06:22] =VIDEO= 

Running time: 39:40 

opinioni autore

 
A dir poco bestiali gli Azarath nel loro settimo album 2020-11-29 19:00:33 Daniele Ogre
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    29 Novembre, 2020
Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 2020
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Seppur più giovani di qualche anno rispetto ai connazionali, gli Azarath sono praticamente da sempre citati come una delle tre "Grandi Potenze" del Black/Death Metal della scuola polacca - insieme, manco a dirlo, a Behemoth e Hate -; la band fondata nel '98 da Inferno - unico membro fondatore rimasto in formazione -, arriva oggi a pubblicare il proprio settimo album: licenziato da Agonia Records, "Saint Desecration" è l'ennesima prova di forza di una band che nei 40 minuti di quest'opera si dimostra sempre fedele ai propri canoni. Da sempre visti come una versione (ancor più) demoniaca di Immolation, Krisiun e Behemoth, gli Azarath ci regalano con "Saint Desecration" il loro lavoro più maturo ed ispirato, forti in primis della coesione tra Inferno ed i suoi compari di lungo corso Bart e Peter, a cui si è unito un nuovo cantante/chitarrista: a sostituire Necrosodom è stato chiamato dagli Embrional Skullripper (al secolo Marcin Sienkiel); suo probabilmente il compito più difficile, cosa di cui il Nostro sembra non badare, offrendo una prestazione ottima alle chitarre e a dir poco sontuosa dietro al microfono. Le tematiche blasfeme e le sonorità serrate e taglienti degli Azarath offrono in questa nuova fatica un più ampio numero di variazioni rispetto al passato, segno di come il quartetto polacco sia ben conscio e forte della propria identità; ciò ovviamente non vuol dire che le composizioni non siano dei veri e propri assalti all'arma bianca, anzi abbiamo pezzi come "Sancta Dei Meretrix", "No Salvation" e "Inflicting Blasphemy upon the Heavens" che sono tra i brani più violenti che potrete ascoltare in questo 2020, senza contare una "Profanation" che è letteralmente una mattonata in faccia. Si respira però un'aria del tutto nuova, anche rispetto al precedente - e buonissimo - "In Extremis": con lo scorrere della tracklist troviamo sempre più una band in stato di grazia e in piena convinzione dei propri smisurati mezzi; risultato finale è un massacro sonoro di dieci brani (undici nell'edizione Digi CD) che riesce nell'intento di colpire pezzo dopo pezzo senza subire il minimo calo d'intensità e senza annoiare, complice un minutaggio preciso.
Sul piano prettamente personale, devo dire con assoluta franchezza che ho sempre preferito gli Azarath ai più blasonati colleghi connazionali: "Saint Desecration" non fa altro che confermare ulteriormente questa mia convinzione; e la settima fatica di Inferno e soci potrà portare molti a cominciare a pensarla come il sottoscritto, visto che, diciamolo: è da un po' che l'altra band di Inferno non realizza un disco così a suo modo fresco e che non sembri troppo studiato a tavolino.

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