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I Nibiru ed il loro immaginario di riti primordiali e visioni da incubo: sesto album per l'inquietante band torinese I Nibiru ed il loro immaginario di riti primordiali e visioni da incubo: sesto album per l'inquietante band torinese Hot

I Nibiru ed il loro immaginario di riti primordiali e visioni da incubo: sesto album per l'inquietante band torinese

recensioni

gruppo
titolo
Panspermia
etichetta
Argonauta Records
Anno

PROVENIENZA: Italia 

GENERE: Psychedelic Sludge/Drone/Doom Metal 

FFO: Ufomammut, Herscher, Sunn O))), Dark Buddha Rising 

LINE UP: 
Ardat - guitars, vocals 
RI Salma - bass, keyboards, organ 
L.C. Chertan - drums 

TRACKLIST: 
1. Alkaest [21:35] =ASCOLTA (edit version)= 
2. Aqua Solis [20:20] 
3. Efflatus [15:49] 
4. Ktesis [09:05] 

Running time: 1:06:49 

opinioni autore

 
I Nibiru ed il loro immaginario di riti primordiali e visioni da incubo: sesto album per l'inquietante band torinese 2020-11-15 18:05:21 Daniele Ogre
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    15 Novembre, 2020
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Instancabili, inarrestabili, i torinesi Nibiru arrivano a rilasciare il loro sesto album in sette anni, dando un successore ad un solo anno di distanza al maestoso "Salbrox". Pochi gruppi al mondo come i Nibiru sanno maneggiare tematiche occulte: i Nostri lo fanno con una maestria assoluta, muovendosi tra rituali abominevoli e culti primordiali con estrema naturalezza. "Panspermia" non rifugge ai dettami stilistici del trio nostrano, uno dei pochi che riescono a tenere alta la tensione nonostante la mastodontica durata delle proprie composizioni, grazie ad un fluido susseguirsi di ritualità tribali, lunghe sezioni Ambient/Drone, accelerate Stoner e precisi bombardamenti Sludge/Doom. Mantenendo assolutamente inalterata la propria natura misteriosa, la band torinese colpisce con le sue armi migliori, a partire dall'espressività e la teatralità vocale di Ardat, maestro del (nero) cerimoniale che ci accompagna in un viaggio ansiogeno e claustrofobico; basta la sola lunghissima opener "Alkaest" a trascinare l'ascoltatore nel mondo da incubo dei Nibiru, un mondo onirico in cui si ha la costante sensazione di un dio malevolo in agguato in ogni minimo anfratto: questo è il potere che ha in mano l'act torinese, quello di riuscire a dare una visione alla loro terrificante musica, di dare la sensazione di star assistendo a riti proibiti che nemmeno la mente di Lovecraft è stato mai capace di partorire.
Come di consueto, è impossibile consigliare un lavoro dei Nibiru a chiunque, ma se si è avvezzi a queste sonorità colossali fatte di tempi enormemente dilatati, allora questo sesto lavoro dei Nostri è da prendere a scatola chiusa. "Panspermia" è forse un pelo sotto il precedente "Salbrox", ma saprà affascinare e nel contempo a dare un'enorme sensazione di ansia e di inquietudine, cosa di cui i Nibiru sono diventati ormai maestri assoluti (quel campanellino - e in generale i primi 5 minuti del brano - in "Aqua Solis" è maledettamente inquietante, diciamolo!).

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