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Non male il secondo album dei nostrani The Mothman Curse, ma un po' troppo ripetitivo Non male il secondo album dei nostrani The Mothman Curse, ma un po' troppo ripetitivo Hot

Non male il secondo album dei nostrani The Mothman Curse, ma un po' troppo ripetitivo

recensioni

titolo
The Curse
etichetta
Masd Records
Anno

GENERE: Prog/Melodic Death Metal

PROVENIENZA: Italia

TRACKLIST:
1. Esruceht
2. Dead Men
3. Panik Attack
4. Only a Number
5. Shut Your Mouth
6. Otherside of the Mirror
7. I'm Not a Hero
8. Memento Mori
9. Vengeance
10. No Title
11. The Exorcism
12. The Curse

LINE-UP:
Lone Psycho - Bass
ColdFace - Drums
M.J. - Guitars
Rat - Vocals, Guitars

opinioni autore

 
Non male il secondo album dei nostrani The Mothman Curse, ma un po' troppo ripetitivo 2020-04-20 17:03:13 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    20 Aprile, 2020
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Innanzitutto mi scuso per il ritardo della recensione, ma, ahimè, cause di forza maggiore e poco tempo a disposizione. Detto ciò, oggi parleremo dei nostrani The Mothman Curse e del loro nuovo lavoro "The Curse" uscito per Masd Records.
Sinceramente ero molto scettico e spaventato nell'approcciarmi al disco: unire progressive, musica acustica e death metal è un po' un azzardo, ma tutto sommato non è stata affatto un'esperienza così malvagia, seppur con delle grosse precisazioni da fare. La prima cosa è che di progressive death c'è molto poco, a parte la voce growl e qualche passaggio; i padroni indiscussi in questo disco sono il groove e il melodic death, anche se mi è risultato piuttosto difficile inquadrare il lavoro. Non si tratta di brani dozzinali -nemeno si può gridare al capolavoro- ma di un discreto lavoro che necessita ancora molto lavoro di rifinitura, soprattutto per quanto riguarda la ripetitività: non è stato raro durante l'ascolto skippare qualche pezzo dato che la struttura è praticamente la stessa, come pure il songwriting e l'ossatura generale dei brani proposti. Nonostante tutto siamo di fronte a una scarsa quarantina di minuti di piacevole intrattenimento che mostrano una band in fase di rotaggio e sviluppo, assestata ancora sulla soglia del "non sono nè carne, nè pesce". Il mio consiglio è riascoltarsi e cercare d capire dove voler andare a parare, altrimenti il rischio è di finire nel dimenticatoio. E per favore: niente più clean vocals. In bocca al lupo!

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