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I Dreamlord non riescono a strappare la sufficienza I Dreamlord non riescono a strappare la sufficienza Hot

I Dreamlord non riescono a strappare la sufficienza

recensioni

gruppo
titolo
"Disciples of war"
etichetta
No Remorse Records
Anno

TRACKLIST:
1. Out for blood
2. Disciples of war
3. The 11th hour
4. Humanity enslaved
5. Aggressive denial
6. Infratricide
7. Blinded eyes
8. Act of God
9. Outcast
10. Uncompromised 

LINE-UP:
Babis Paleogeorgos – Rhythm guitars, Vocals
Yiannis Glykiotis – Lead Guitars
Christos Peveretos – Bass, backing vocals
Nikos Kousounis - Drums

opinioni autore

 
I Dreamlord non riescono a strappare la sufficienza 2020-04-09 09:18:30 Ninni Cangiano
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    09 Aprile, 2020
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Uscito a dicembre 2019, ma arrivatoci circa 3 mesi dopo, oggi parleremo di “Disciples of war”, secondo full-lenght degli ateniesi Dreamlord, dopo il debut omonimo risalente al lontano 2007 (a me sconosciuto). Le pressoché assenti note biografiche, mi impediscono di conoscere il motivo di tale prolungata assenza dalla scene della band, la cui costituzione risale al 1995; non dovremmo quindi avere davanti giovanetti, ma musicisti quarantenni che molto probabilmente fanno della musica la loro passione nel tempo libero da impegni lavorativi vari. I Dreamlord suonano un roccioso heavy/thrash che fa dell’impatto e dell’energia la propria arma principale; ben registrato e prodotto, il disco si compone di 10 tracce per poco più di 50 minuti di durata. I singoli componimenti, quindi, non hanno mai durate eccessive e non si perdono in inutili fronzoli, né si limitano a sparare la propria energia e rabbia per pochi istanti. Protagoniste nel sound sono sicuramente le due chitarre, la solista di Yiannis Glykiotis e la ritmica di Babis Paleogeorgos (unici membri rimasti della prima line-up), ben sorretti da basso e batteria che fanno il loro lavoro di accompagnamento in maniera più che decente. Ma allora cosa non funziona? Direi che il problema principale è la voce di Babis Paleogeorgos, alquanto anonima, sporca in maniera eccessiva che potrebbe andar bene per il metalcore o il modern metal, ma non per questo tipo di musica più “tradizionale” (se mi passate il termine). Probabilmente con un cantante più talentuoso, che fosse più aggressivo o più pulito (poco cambierebbe), gli esiti sarebbero stati differenti. Non a caso, la canzone che maggiormente mi è piaciuta è la strumentale “Act of God”, nella quale appunto Paleogeorgos si limita a suonare la sua chitarra! Aggiungo che i numerosi ascolti dati all’album non mi hanno mai entusiasmato in maniera particolare né mai convinto pienamente, complice forse anche rallentamenti un po’ eccessivi; ritengo, infatti, che un maggior lavoro del batterista per aumentare il ritmo potrebbe giovare alla causa, dando un po’ più di brillantezza al sound (un po’ come accade nella conclusiva e valida “Uncompromised”, quasi speed nel suo incedere). La sola ed evidente passione per certe sonorità non basta ai Dreamlord per strappare la sufficienza; in un periodo, quale quello attuale, in cui siamo letteralmente sommersi di uscite discografiche (più o meno valide), serve di più per potersi mettere in luce! Sono però sicuro che questi greci in futuro sapranno far meglio di questo “Disciples of war”, perchè ne hanno tutte le potenzialità.

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