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Gli Ereley puntano su atmosfere dark e cupe con sonorità tipicamente horror Gli Ereley puntano su atmosfere dark e cupe con sonorità tipicamente horror Hot

Gli Ereley puntano su atmosfere dark e cupe con sonorità tipicamente horror

recensioni

gruppo
titolo
Diablerie
etichetta
Massacre Records
Anno

Tracklist:
1. Diablerie
2. Nephilim
3. Room 666
4. Hex
5. Boogie Man
6. Enchantress
7. Beast
8. Flames Of Deliverance
9. Love And Hate
10. Burning Hell

Line-up:
Lukáš Réda - Vocals, Guitars, Synths, Programming, Samples
Jiří Réda - Guitar
René Červínek - Bass
Mariana Fernandez - Keyboards
Petr Hataš - Drums 

opinioni autore

 
Gli Ereley puntano su atmosfere dark e cupe con sonorità tipicamente horror 2020-03-29 17:40:53 Virgilio
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Virgilio    29 Marzo, 2020
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Gli Ereley sono una band proveniente dalla Repubblica Ceca, che ha pubblicato il suo secondo full-length, intitolato "Diablerie". Si tratta di un concept, fondato sull'idea che ogni anima prima della nascita sia pura e solo nel corso della vita, a seconda delle decisioni e delle scelte che vengono fatte, potrà rimanere tale o corrompersi. L'album racconta appunto di una di quelle anime che, a causa delle proprie scelte, da pura finisce per diventare demoniaca e destinata all'inferno. Ne consegue che tutto l'album risulta intriso di una vena dark, con suoni cupi e tasterie tipicamente horror, alla King Diamond. Diversamente dal singer danese, invece, il cantante Lukáš Réda segue quest'approccio ma alterna un cantato pulito con delle vocalità basse e roche, che ci ricordano il modo di cantare di Peavy Wagner o di Chris Boltendahl. Lo stile, tendente al prog metal, viene comunque sviluppato all'interno di una cornice come quella descritta: ciò consente agli Ereley di creare un disco decisamente omogeneo, finendo però allo stesso tempo per delimitarne in parte la libertà espressiva. Riguardo il loro lato più prog, ne danno certamente una buona prova, ad esempio, in una traccia come "Flames of Deliverance" ma, più in generale, finiscono, a lungo andare, in qualche misura, proprio per le motivazioni di cui parlavamo, per essere un po' più prevedibili. Verso la fine della tracklist c'è un brano che esula, almeno in parte, da queste atmosfere, che è "Love and Hate", il quale inizia con un coro di voci bianche e si sviluppa tra momenti più decisi e altri più ariosi e melodici. Tirando le somme, ad essere sinceri, non possiamo dire che "Diablerie" sia un brutto disco, però allo stesso tempo non riesce neppure ad entusiasmare, magari anche perchè non ci sono brani che si mettono in evidenza in modo particolare. Per chi apprezza queste sonorità, può rappresentare tuttavia una valida alternativa da tenere presente.

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