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I pionieri del Deathcore Suicide Silence tornano a testa alta con un grande album I pionieri del Deathcore Suicide Silence tornano a testa alta con un grande album Hot

I pionieri del Deathcore Suicide Silence tornano a testa alta con un grande album

recensioni

titolo
Become the Hunter
etichetta
Nuclear Blast
Anno

PROVENIENZA: USA

GENERE: Deathcore

TRACKLIST:
01. Meltdown
02. Two Steps =VIDEO=
03. Feel Alive =VIDEO=
04. Love Me To Death =VIDEO=
05. In Hiding
06. Death’s Anxiety
07. Skin Tight
08. The Scythe
09. Serene Obscene
10. Disaster Valley
11. Become The Hunter

LINE-UP:
Eddie Hermida - vocals
Chris Garza - guitars
Mark Heylmun - guitars
Dan Kenny - bass
Alex Lopez - drums

opinioni autore

 
I pionieri del Deathcore Suicide Silence tornano a testa alta con un grande album 2020-02-14 19:40:56 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    14 Febbraio, 2020
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

I Suicide Silence sono da sempre la mia band deathcore preferita. Grazie a loro scoprii questo genere e tutte le nuovissime ondate che, ultimamente, stanno andando per la maggiore e delle quali vi parlo spesso.
Ricordo molto bene quel maledetto 2012, anno in cui il cantante Mitch ci lasciò a seguito di un incidente. Ricordo benissimo quell'ultimo "The Black Crown" dell'anno precedente: un grande album che segnò il canto del cigno per il vocalist. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata con così tanti alti e bassi che avevo perso quasi del tutto l'interesse nei confronti della band. Per non parlare di quell'abominio di album omonimo del 2017, il secondo con il nuovo vocalist Hernan "Eddie" Hermida degli All Shall Perish. Ragazzi, quello schifo di misto tra nu metal e alternative -scusate lo sfogo- decretò la mia più totale delusione nei confronti di una band che adoravo.
Poi, infine, arriviamo al 2020, per la precisione ad oggi, 14 febbraio, data storica nella quale tutta la situazione si ribalta e che , udite udite, potrebbe averci regalato già una delle uscite migliori dell'anno. Con orgoglio, commozione, gioia e tripudio vi presento il colossale "Become The Hunter", sesto lavoro in casa Suicide Silence e primo vero grande successo - a mio avviso- con Eddie alla voce. Già il singolo "Love Me To Death", pubblicato su YouTube tempo addietro, mi fece sperare in un grande ritorno a quelle sonorità che decretarono i Suicide Silence come i padri indiscussi del deathcore. E tanto è stato. L'album non ha deluso minimamente le mie aspettative e si è rivelato in tutta la sua imponenza e cattiveria. Insomma: i Suicide Silence sono tornati a spaccare il c**o come una volta! Eddie si è rivelato un vocalist di caratura a dir poco sublime e, per tanti aspetti, persino superiore alla buon'anima di Mitch: il suo scream è acutissimo e micidiale, ed il suo growl sa essere gutturale e cavernoso oppure più aperto e furioso. Un talento che, ahimè, avevo sottovalutato nel precedente lavoro e che non ho apprezzato a pieno nel 2014 quando venne pubblicato "You Can't Stop Me".
Per quanto riguarda la sezione musicale, beh, qui non ce n'è veramente per nessuno: i brani sono incazzati, cadenzati e martellanti. I canoni classicissimi che contraddistinguono da sempre i Suicide Silence: chitarra a sette corde droppata e giù di sonori cazzottoni in faccia. Con una sezione ritmica ormai consolidata da quasi vent'anni, il disco sa spaziare da un approccio più melodico e dissonante ("Skin Tight" e"Serene Obscene"), ad uno più secco e frenetico ("Two Steps", "In Hiding" e "Disaster Valley" vi faranno schizzare il cervello fuori dalle orecchie. Il tutto, lo ripetiamo, accompagnato da un colossale Eddy che distrugge il microfono con una performance mastodontica.
Tutto "Become The Hunter" è pervaso da un'energia incredibile, quasi si volesse lavare via l'onta del precedente flop, quasi a voler dire "ma che ca**o ci è preso?". Non c'è un minimo di calo d'attenzione, nessuna incertezza o sbavatura, solo una quarantina di minuti di gran ritorno all'animalesca ferocia luciferina, a quei fasti di chi un genere lo ha praticamente inventato e portato al grande pubblico.
Questo capolavoro è la prova che si può rinascere dalle proprie ceneri. Tutto l'orgoglio e la fierezza dei re indiscussi del deathcore sono racchiusi e ripartono da qui. Il 14 febbraio 2020 è la data della rivalsa, è il giorno dell'urlo di battaglia.
Album straconsigliato a tutti i fan della vecchia gloria e alle nuove leve che vogliono farsi un'idea di come era il deahcore prima che arrivasse lo slam death.
Grazie per questo San Valentino. You Fuc*ing rock!

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