01. The Ark
02. Machinage
03. Avatara
04. Vicious Circle
05. Hypnotized
06. Tlaluc's Grace
07. Burden Of Divinity
08. Cave Behind The Waterfall
09. A.E.O.N. 19th
10. Bestiality vs. Integrity
11. Clerics Emotion
Un ritorno solamente discreto
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Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 2013
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Dopo l'Ep del 2011 "Maria Magdalena" ed il full lenght "Delta" di qualche mese prima, tornano alla carica i Visions of Atlantis con il loro quinto album "Ethera". La band austriaca ha cambiato nella sua storia più cantanti che bacchette alla batteria, ma fortunatamente ritroviamo oggi la formazione quasi intatta rispetto a "Delta", con la sola aggiunta del chitarrista Cris Tian. Confermata quindi Maxi Nil alla voce e la singer di origini greche si alterna come in passato alle male vocals di Mario Plank creando un sound che potrebbe essere descritto come un mix tra Within Temptation, Nightwish ed Epica. Un metal sinfonico che in questo disco diventa meno power orchestrale e più rock/gothic strizzando l'occhio ai nostrani e sempre troppo sottovalutati Tystnaden per alcune soluzioni più "moderne" (anche se qui di cantato in growl non se ne sente).
Di strada ne è passata da quel bellissimo "Trinity" che fece innamorare il sottoscritto alla band austriaca; se già con "Delta" i Visions of Atlantis avevano iniziato una piccola evoluzione del proprio sound, ora con "Ethera" li ritroviamo in una nuova veste, fatta di suoni più moderni e molto meno sinfonici come dimostrano "The ark" ed il bridge elettronico di "Machinage". Le canzoni ben riuscite ci sono anche se non abbondano, e su tutte spiccano a mio avviso "Avatara", "A.E.O.N. 19th" e la lenta "Vicious Circle" che mette in mostra le doti dei due singers e soprattutto la voce calda di Mario. Ma nel complesso il disco si attesta su livelli un pò lontani dall'eccellenza con alcuni brani che passano via senza trasmettere un granchè. A ridare spessore all'album ci pensa nel finale la piccola gemma melodica che è "Bestiality vs. Integrity", una power ballad che mette in mostra tutta la classe della band, classe che non può essere di colpo evaporata nel nulla! Infine la più che discreta power song "Clerics emotion" chiude questo disco e ci riporta, almeno in parte, i VoA di un tempo: veloci ed orchestrali.
Le aspettative erano ben altre, "Ethera" è un album solamente discreto che alterna momenti buoni ad altri piuttosto anonimi. E' evidente che le potenzialità messe in mostra in passato non sono ancora esplose e poi, siamo proprio sicuri che la band abbia intrapreso la strada giusta? Io qualche dubbio ce l'ho...