Tracklist:
1. Intro
2. Dechado de desolación
3. Laberinto externo (Llamado al despertar)
4. Antitemática
5. Culto alienígena
6. Internal Labyrinth
Tracklist:
1. Intro
2. Dechado de desolación
3. Laberinto externo (Llamado al despertar)
4. Antitemática
5. Culto alienígena
6. Internal Labyrinth
Arrivan dal Venezuela i Panthematic, band attiva da diversi anni che solo l'anno scorso ha stampato il suo album d'esordio "Laberinto Externo".
Di che si tratta? Andiamo con ordine!
I nostri inglobano nel loro percorso compositivo elementi che variano in un contesto estremo, non limitandosi al black, ma abbracciando anche death e parti piú lente, quasi al limite del doom. Seppur l'intro del disco in questione mi faceva pensare ad un lavoro mediocre visto il risultato e che sembra piú un brano aggiunto per incrementare il minutaggio che un qualcosa di fondamentale, il primo brano riesce a proporsi con intensitá e spunti davvero interessanti. "Dechado De Desolación" risulta essere da questo punto di vista un ottimo display di ció che la band offrirá in questo lavoro!
I brani lunghi che scandiscono questo lavoro son validi singolarmente, ma nel complesso risultano dissociati. Come se la band abbia espresso visioni diverse del proprio sound brano per brano, anziché cercare di creare un prodotto unico che possa avere continuitá.
Proprio da questo punto di vista, esiste una significante differenza tra il primo ed il secondo brano - la titletrack "Laberinto Externo" - che porta la band su territori piú death/doom, anziché continuare a muoversi sul frangente black che invece tarda ad ingranare sul finale del pezzo, lasciando un buco nella continuitá dei brani ed in qualche modo sminuendo il valore del disco con un riffing che, alla fine dei conti, risulta prolisso e troppo ripetitivo.
In modo simile, seppur piú vicino al principio del disco, i nostri propongono la terza traccia "Antitematica", che si muove maggiormente sul tema black ma che, anche in questo caso, manca di spunti perché il brano possa riflettere una qualitá maggiore.
Il riffing si fa anche qui prolisso e ci vuole ancora un brano prima che si arrivi alla conclusiva e potenzialmente miglior traccia dell'album: "Internal Labyrinth".
In conclusione, i nostri han buone idee, ma son tanti gli angoli da smussare. Brani con un minutaggio minore avrebbero pututo lasciare il segno, ma nel complesso risultano troppo dispersivi ed in certi momenti l'attenzione dell'ascoltatore si perde e la noia cresce.
Buona la prima, ma c'é tanta strada da percorrere, in questo momento, perché il progetto Panthematic si possa sollevare dall'anonimato.