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Gli Striker sanciscono il loro addio allo speed metal Gli Striker sanciscono il loro addio allo speed metal Hot

Gli Striker sanciscono il loro addio allo speed metal

recensioni

gruppo
titolo
"Play to win"
etichetta
Record Breaking Records
Anno

 

TRACKLIST:

1.      Heart of lies

2.      Position of power

3.      Head first

4.      On the run

5.      The front

6.      Play to win

7.      Standing alone

8.      Summoner

9.      Heavy is the heart

10.  Hands of time

 

 

 

LINE-UP:

Chris Segger – Guitars

Dan Cleary – Vocals

Adam Brown – Drums

Timothy Brown – Guitars

William Wallace – Bass

opinioni autore

 
Gli Striker sanciscono il loro addio allo speed metal 2019-06-30 09:01:36 Ninni Cangiano
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    30 Giugno, 2019
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Tra le tante uscite discografiche del 2018, mi era sfuggito questo “Play to win”, sesto full-lenght dei canadesi Striker, dotato di copertina non proprio affascinante, uscito nel mese di ottobre; fortunatamente, mi è tornato sotto mano, quando è stata annunciata la vittoria dell’Edmonton Music Award, quale miglior disco metal dell’anno. Ora, non conosco quali fossero gli altri partecipanti ma, credetemi, sostenere che questo possa essere considerato il miglior disco metal del 2018.... bé, ad essere sinceri, non sta né in cielo né in terra! Avevo conosciuto gli Striker all’epoca del terzo album “City of gold” del 2014, un disco davvero piacevole ed interessante, anni luce migliore di questo “Play to win”, ma comunque non certo da considerare il migliore dell’anno. Gli Striker all’epoca suonavano un gradevole speed metal, con il successivo “Stand in the fire” del 2016 avevano fatto un grosso passo indietro, contaminando eccessivamente il loro speed metal con sonorità hard rock/hair metal; nel 2017 era arrivato il turno di “Striker”, disco che ritornava su lidi più vicini allo speed metal e lasciava intravedere segni di ripresa. Con questo “Play to win”, invece, si è sostanzialmente abbandonato definitivamente lo speed metal, ingannevolmente presente soltanto nei primi due pezzi della tracklist, per un sound che è fortemente debitore all’hard rock americano, con particolare riguardo all’hair metal degli anni ’80, proprio come era accaduto nel deludente “Stand in the fire”. Tantissime melodie zuccherose, cori e coretti in sovrabbondanza, ci mancano solamente i capelli cotonati e qualche trucco femminile in faccia (un bel rossetto rosa shocking!) per completare il quadro... desolante! Avevo sperato di riascoltare quelle splendide sonorità robuste e veloci, ma solo l’opener “Heart of lies” ed, in parte, la successiva “Position of power” ne hanno; il resto, che sembrerebbe addirittura composto da un’altra band, è obiettivamente un buon hard’n’heavy, suonato bene e con un occhio molto attento alle melodie, cantato altrettanto degnamente e registrato in maniera eccelsa... eppure niente di nuovo sotto questo cielo, nulla che non abbiano già suonato miriadi di altre bands negli ultimi 30/40 anni. Se siete appassionati di queste sonorità così “morbide” e ruffiane, date un ascolto a questo “Play to win” e sicuramente potrete trovare più di uno spunto interessante; se invece, come il sottoscritto, amate lo speed metal, anche questa volta gli Striker hanno ampiamente deluso.

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