Track-list:
Modern Roman Circus
02. Just Be Yourself
03. No Chance To Be Reborn
04. Begging For Forgiveness
05. Wake Up
06. At The End Of The Journey
07. Ghosts From The Past
08. Still Alive
09. Flying
10. Inside Of Me
11. Dreams
Track-list:
Modern Roman Circus
02. Just Be Yourself
03. No Chance To Be Reborn
04. Begging For Forgiveness
05. Wake Up
06. At The End Of The Journey
07. Ghosts From The Past
08. Still Alive
09. Flying
10. Inside Of Me
11. Dreams
Dopo due dischi cantati in ligua madre (“Resistir” nel 2008 e “A.D.N.” nel 2010), gli argentini Helker tentano il grande salto provando a conquistare nuovi fans al di fuori del Sud America, pubblicando un disco più internazionale cantato in lingua inglese e avvalendosi di Matt Sinner in cabina di regia nel ruolo di produttore e in quello di co-songwriter. Il gruppo nasce a Buenos Aires e grazie a due album di un certo livello, si crea una larga base di fans in patria e la nota etichetta AFM deve essersi accorta del talento della band, tanto da decidere di metterli sotto contratto per la pubblicazione di "Somewhere in the circle", in uscita proprio in questi giorni di metà Febbraio.
Gli Helker suonano un heavy metal potente ma allo stesso tempo melodico, con un sound che non ha molto a che vedere con le loro origini Sud Americane, piuttosto strizza l'occhio verso sonorità storicamente di stampo Usa o Tedesche. In effetti gli Helker potrebbero essere scambiati per i fratelli minori dei Primal Fear viste le somiglianze nello stile proposto; parliamo quindi di riff potenti, solos melodici e ritornelli di impatto. Inoltre come non pensare a Ralph Scheepers quando si ascoltano questi brani cantanti dall'ottimo Diego Valdez? Il cantante argentino dimostra di possedere un'ugola d'oro e impreziosisce i brani grazie alla sua prestazione sopra le righe. E' soprattutto la prima parte del disco a piacere con il susseguirsi di tutti buonissimi brani come la massiccia opener "Modern roman circus" o il mid tempo "No chance to be reborn" mentre la bellissima "Begging for forgiveness" è impreziosita dalla presenza di altri 2 singers di primo piano come lo stesso Ralph e Tim "Ripper" Owens. "Just be yourself" e "Wake up" meritano sicuramente di essere menzionati essendo tra i pezzi migliori del disco e sicuramente tra i più melodici. Nel finale difficile non notare un certo calo: "Flying" è una ballata un pò troppo canonica mentre "Still alive" e "Inside of me" sono due brani appena discreti.
"Somewhere in the circle" è un album compatto, ben suonato e cantato ma che presenta zero originalità e risulta un pò troppo legato alla band di Matt Sinner e Ralph Scheepers, senza raggiungere però la qualità dei maestri. In ogni caso questo terzo lavoro degli Helker è un buon disco che può attirare l'interesse di più di qualche metal fans, e soprattutto dei seguaci dei più volte nominati Primal Fear.