Line Up:
F.S. - vocals
Loth - all instruments
Tracklist:
1- Douce Dame Jolie
2- Mourir à Metz
3- Malmoth
4- Apocryphe
Line Up:
F.S. - vocals
Loth - all instruments
Tracklist:
1- Douce Dame Jolie
2- Mourir à Metz
3- Malmoth
4- Apocryphe
Un bosco in copertina per l'EP “Apocryphe” del duo francese Loth. Secondo lavoro in studio che racchiude solo quattro brani, così come l’EP precedente che portava il nome della band.
“Douce Dame Jolie” apre le danze con una calma e decadente melodia in acustico, che sorregge un canto femminile leggiadro e dolce. Una fanciulla in abito bianco che danza su una collina in un timido mattino d’inverno, ignorando il freddo che penetra nelle ossa e bagnandosi con l’acqua gelida di un ruscello. Una visione meravigliosa e sublime. Il cantato in francese poi, a mio avviso, non fa altro che aumentare il misticismo di tale componimento. Il pezzo prosegue disegnando melodie che sanno di favola e canti popolari, legati a tradizioni celtiche e leggende d’oltralpe ed è impossibile non pensare a quanto vasto, profondo e vario possa essere l’ambiente del black metal, dove l’oscurità viene a galla anche senza l’uso di chitarre distorte e scream infernali. E’ con “Mourir à Metz”, che abbiamo il primo vero assaggio di metal, infatti accantonata la ballad acustica iniziale, è un blast beat fitto come un groviglio di rovi ad accogliermi con una furia animalesca, amplificata da un muro di chitarre granitiche e dissonate. La voce, soffocata e strozzata dietro a questa muraglia sonora, appare disperata e feroce, un urlo ferale in lontananza, che ci fa guardare intorno perché ci sentiamo braccati. Un rallentamento al momento giusto lascia un briciolo di respiro, ma siamo lungi dall’esser al sicuro. E’ circa alla metà del pezzo che tuoni e lampi, accompagnano una chitarra acustica che arpeggiando ci lascia sprofondare in una fossa oscura fatta di depressione e tristezza, dove la fame ed il freddo, creano un mostro fatto di rancore e solitudine, che esplode poco dopo in un tripudio di raid, crash e doppia cassa, che rappresentano la potenza di quella voce disperata che lancia il suo grido nel buio. Arrivo così al terzo atto “Malmoth”, dove la musica è chirurgica e potente, non c’è traccia della furia cieca del brano precedente, ma, anzi, qui la rabbia è ben dosata e forse anche per questo più maligna. Sa dove colpire e quando, il riffing è un fiume che scorre veloce ma controllato, non ci sono rapide, né cascate, solo a brano inoltrato troviamo elementi tipici del depressive black metal, che vanno a richiamare la disperazione del pezzo precedente. La fantasia compositiva, poi, non si fa attendere e troviamo riffing più ampi e circolari, anche se non meno oscuri, che vanno ad unirsi a momenti più fitti e veloci, in una dinamica che non annoia mai e che, anche in un lavoro di notevole durata (stiamo parlando di brani che raggiungono anche il quarto d’ora di durata), riescono a donare freschezza e ad incuriosire l’ascoltatore, che quindi non si sentirà mai tediato, ma anzi ne gusterà la genialità e la bravura dei francesi. Ed è la title track “Apocryphe” a darmi l’addio, con il suo chitarrone granitico e potentissimo, accompagnato da un basso che fa tremare i muri. Vocals all’apice della disperazione, disperse chissà dove in una landa desolata immensa e vuota, dove il riff implacabile la fa da padrone, riecheggiando tra la sua stessa eco nel tempo e nello spazio, che qui, in questo posto dimenticato dal Sole, sembrano rispettivamente immobile e sconfinato. Che dire, un brano assolutamente da ascoltare, che trovo, insieme alla opener “Douce Dame Jolie”, il punto più alto della genialità compositiva dei LOTH, che si rivela totalmente poi sul finale, con un arrangiamento che non mi sarei mai aspettato e che mette i brividi.
In ultima analisi, “Apocryphe”, è un bellissimo album, molto vario ed interessante; unica pecca è la mancanza di un pizzico di oscurità in più, che renda i brani veramente oscuri, non solo furiosi e depressi, ma è una pecca che voglio nominare solo per voler fare un po’ il pignolo, perché si tratta di un lavoro veramente da ascoltare, soprattutto se amate il DSBM o il Black metal Atmosferico.