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White Wizzard: pericoloso plagio White Wizzard: pericoloso plagio Hot

White Wizzard: pericoloso plagio

recensioni

titolo
"Infernal overdrive"
etichetta
M-Theory Audio
Anno

 

TRACKLIST:

1.      Infernal overdrive

2.      Storm the shores

3.      Pretty may

4.      Chasing dragons

5.      Voyage of the wolf raiders

6.      Critical mass

7.      Cocoon

8.      Metamorphosis

9.      The illusions tears

 

 

LINE-UP:

Jon Leon - Bass

Wyatt "Screaming Demon" Anderson - Vocals

James J. LaRue - Guitars

Dylan Marks - Drums

opinioni autore

 
White Wizzard: pericoloso plagio 2018-01-15 18:19:16 Ninni Cangiano
voto 
 
1.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    15 Gennaio, 2018
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Quando ho iniziato ad ascoltare le prime note di “Infernal overdrive”, opener e title-track di questo disco dei californiani White Wizzard, ho subito notato come fosse decisamente simile a quello di “Painkiller” dei Judas Priest... più andavo avanti nell’ascolto e più il pezzo era identico a quello della band di Rob Halford & C.... persino mia figlia di 10 anni è venuta a dirmi “papà, ma è uguale alla canzone di quel disco con la moto”! Sono così andato a cercare se vi fosse tra le note biografiche qualche accenno ad una sorta di tributo ai Judas... ma niente da fare! Ora, passi per ispirarsi ai grandi del passato, passi per un copia/incolla fatto bene, ma qui siamo alla clonazione più spudorata, cambia il testo, qualche nota, ma per il resto è identica... roba da intentare una causa legale per plagio! Non avevo mai sentito parlare di questi White Wizzard, ma dalle foto non mi sembrano nemmeno dei ragazzini, sono attivi da oltre 10 anni ed hanno alle spalle altri 3 full-lenghts e numerosi singoli ed EP... insomma non si tratta di gente inesperta a cui perdonare un simile errore. Andando avanti negli ascolti del disco (dotato di pessima copertina), ho trovato numerosi altri riferimenti ad altre bands: “Chasing demons”, ad esempio, puzza di Iron Maiden lontano chilometri... ma se Steve Harris & C. possono permettersi di comporre brani che sfiorano i 10 minuti senza essere noiosi o perdersi in inutili orpelli (anche se nelle recenti produzioni potremmo discuterne...), altrettanto non può dirsi per i White Wizzard che infarciscono ed appesantiscono troppo il pezzo, rendendolo alla lunga pericolosamente vicino alla noia. E non si tratta di un unico episodio, dato che sono numerose le canzoni esageratamente lunghe (la conclusiva “The illusion’s tears” supera addirittura gli 11 minuti... un’infinità!) che rendono parecchio complicato l’ascolto, sfiorando l’ora complessiva di durata e portando pericolosamente vicina la noia e gli sbadigli. Mi dispiace stroncare questo lavoro, perchè è evidentemente che i musicisti che fanno parte del gruppo sanno suonare bene, ma ci vuole molta, molta più personalità e soprattutto bisogna evitare di plagiare così apertamente e spudoratamente il lavoro di nomi ben più famosi che hanno fatto la storia dell’heavy metal. Continuando così, c’è solo l’oblio.

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