Line Up:
Svartr - vocals, guitars
Zeromus - guitars
Tracklist:
1. The Void [02:31]
2. A Fading Image [06:00]
3. Dark Visions from the Past [06:08]
4. Almost Alive [06:56]
5. Inside this Darkness [04:47]
6. Deep Within [05:39]
7. Disappearance [06:55]
8. The Awakening [06:34]
Running time: 45:30
Una produzione a dir poco pessima porta alla stroncatura del debut album degli Svarthart
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opinioni autore
Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 2018
#1 recensione - Guarda tutte le mie opinioni
E' uscito esattamente due anni fa questo "Emptiness Filling the Void", debut album dei belgi Svarthart, Death/Doom band formatasi nel 2011 dal cantante e chitarrista Svartr e dal chitarrista Zeromus, da sempre rimasti i due soli musicisti a portare avanti questo progetto. E' uno stile cupo, sepolcrale quello degli Svarthart, un sound che racchiude malinconiche atmosfere e claustrofobici momenti che sfociano in influenze Funeral Doom, dai My Dying Bride agli Evoken, passando per Ahab e Novembers Doom. O per lo meno, nelle intenzioni. Andando ad ascoltare, sinceramente, tutt'altro.
Un album, questo che abbiamo in esame, che non è affatto privo di difetti; a cominciare dai suoni della batteria troppo palesemente finti - con i mezzi di oggi si può fare molto meglio già solo con un computer -, per ampliare il discorso alla produzione in toto: non ho purtroppo altro modo per definirla se non pessima, con chitarre dai volumi bassissimi, voce troppo in primo piano e la già citata batteria con i suoi tra i più brutti che mi siano capitati di ascoltare negli ultimi tempi. Non mi sono sembrati nemmeno tanto precisi a livello di esecuzione, gli Svarthart: ma ammetto che non so dirvi se è solo una mia impressione dettata dal capirci ben poco di questa produzione o se realmente capiti che vadano "a vuoto", come ad esempio nel cambio di tempo di "A Fading Image".
Un peccato perché le idee, tutto sommato, non mancano nemmeno (bella la parte centrale di "Dark Visions from the Past", ad esempio), ma bisogna essere onesti: al giorno d'oggi anche un semplicissimo home studio può partorire lavori qualitativamente superiori. Mi spiace sempre bocciare una band, soprattutto per l'impegno che viene sempre profuso quando di scrive e registra un disco, ma "Emptiness Filling the Void" mi ha dato, dall'inizio alla fine, l'idea di essere un lavoro ahimè dozzinale in tutto e per tutto: basta già vedere il solo artwork.
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