Line Up:
Igor Kovalev - vocals, drums
Andrey Buzovsky - guitars
Sergey Shidlovsky - bass, backing vocals
Guests:
Christopher Bennett (MInsk) - vocals on track 5
Kristoffer Bäckström (Moloken) - vocals on track 10
Tracklist:
1. Prélude en SI Mineur [03:07]
2. Le N [03:12]
3. O [06:53]
4. C [03:17]
5. T [05:23]
6. U [06:45]
7. R [06:15]
8. N [04:06]
9. E [04:53]
10. Santa Sangre [03:29]
Running time: 47:20
Un solo aggettivo per il debut album dei Nebulae Come Sweet: meraviglioso
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opinioni autore
Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 2017
#1 recensione - Guarda tutte le mie opinioni
Usciva poco più di un anno fa questo "It is not the Night that Covers You", primo lavoro su lunga distanza dei bielorussi Nebulae Come Sweet, arrivati a noi dopo la recensione dei connazionali Woe Unto Me, coi quali i NCS sono stati in tour nei mesi scorsi. Sono giunti quindi sulle nostre pagine quasi per caso... ma un caso fortunato, devo dire. "It is not the Night..." è, infatti, un disco bellissimo, suonato con la classe che si confà ad una band Post-Metal, genere che sto apprezzando sempre di più devo dire.
I nomi di riferimento sono sempre quelli, non si scappa: dagli Alcest ai Falloch, passando per Sólstafir ed i fondamentali Katatonia, la cui ombra si staglia su ogni uscita riguardante questo genere in particolare. Ma si tratta solo realmente di influenze, gruppi che i NCS hanno preso ad esempio per sviluppare il loro sound personale (specie appunto i Katatonia per i momenti squisitamente più Progressive), che viene lasciato libero in questo concept album pressoché privo di difetti. Il tempo di "prepararsi" con le note dell'intro "Prélude en SI Mineur" e ci si lancia poi attraverso il viaggio che è questo concept album, in quella che potremmo definire una lunga suite, "Le Nocturne" (ogni lettera forma il titolo di una traccia). Un disco che non presenta pause e quindi si presta perfettamente ad essere ascoltato tutto d'un fiato, cercando di coglierne ogni singola sfumatura: dai momenti più malinconici a quelli più duri e tirati - come la parte centrale della terza traccia, "O", che può ricordare per certi versi i Dream Theater di "Metropolis Part II" -, fino a passaggi sì tecnici ma messi lì con una naturalezza invidiabile. Proprio la terza traccia, insieme alla quinta "T" - in cui c'è uno degli ospiti del disco, Christopher Bennett dei Minsk - rappresentano probabilmente i punti più alti dell'album. Un abum che però, ci tengo a ripetere, è perfetto per tutti i suoi quasi 50 minuti di durata.
Un lavoro a dir poco sorprendente quello dei Nebulae Come Sweet. Mi rammarico anzi di aver conosciuto questa band bielrussa solo ora, un anno dopo l'uscita di questo disco meraviglioso. Per i tanti amanti di queste sonorità un disco imprescindibile, uno di quelli da avere e godersi il più possibile.
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