1 Time Traveller
2 Siren Song
3 Sunday
4 Waves
1 Time Traveller
2 Siren Song
3 Sunday
4 Waves
Ho incontrato Lelio Padovani, direttore de L’Accademia centro musicale polivalente di Parma, un paio di volte ai Tartini 5 studio in occasione della presentazione dei due C.D.’s degli Ancillotti. L’impressione che ho avuto è stata quella di trovarmi di fronte una persona seria, pacata e dai modi gentili. Non avrei mai immaginato che dietro quella “maschera” si celasse un animo Rock al 100%. Dalla biografia acclusa al mini C.D. “Waves”, uscito autoprodotto nel 2016, ho appreso che Lelio, oltre a insegnare chitarra e suonare basso e batteria, ha collaborato con prestigiose riviste come chitarre e Axe, ha composto colonne sonore, alcune premiate dalla critica, ha fatto da interprete a clinics di nomi come Steve Vai, Steve Morse, Paul Gilbert e altri e, naturalmente, ha inciso alcuni album da solista. “Waves” è stato masterizzato da Fausto Tinello (Wyvern) ai Tartini 5 e contiene quattro pezzi strumentali che, come ho detto in altre occasioni, andrebbero recensiti con le immagini più che con le parole tante sono le suggestioni che entrano in testa. Per lo meno a me è successo così e cercherò, dove possibile, di rendervi partecipi. “Time Traveller” vede tastiere e chitarre in primo piano. Le intessiture sono quelle del Progressive Rock ma sono dotate di un suono moderno. Si tratta di un viaggio astrale arioso contrappuntato da un suono di basso non troppo invadente. Con “Siren” i riferimenti classici potrebbero essere quelli di Joe Satriani e Di Steve Vai, sarà un caso? La ritmica di base è abbastanza dolce e romantica. Perdetevi nel regno dell’azzurro mare per poi avvicinarvi agli scogli: seguendo gli arpeggi di chitarra in libertà vi verrà facile. Con “Sunday” preparatevi a vivere una giornata con il sole che cerca di emergere dalle nubi. Voi e la vostra compagna, o fidanzata, vi avviate a prendere un caffè al bar del parco mentre il vostro cagnolino gioca mordicchiando il suo guinzaglio e “implora” di lasciarlo correre. Il sole non riesce a fare breccia, ma non importa. Con “Waves” la vicinanza con certi “tocchi” cari al vecchio Steve Hackett dei Genesis si fa più tangibile che negli altri pezzi anche se gli stili catturati da Lelio sono diversi a seconda dei cambi del ritmo (ho sentito tracce di Vangelis e Mike Oldfield ma non vorrei dire uno sproloquio). Sarà come arrivare al traguardo di una boa lontana dalla riva frangendo i flutti. In conclusione “Waves” ha giusto un paio di piccoli errori nel mixaggio ed è un disco valido. Di certo non è adatto ai giovani scalpitanti che hanno la vita in mano e che non si fermano mai. E’ adatto invece a chi cerca emozioni o a persone più “attempate” come il sottoscritto abituate a riflettere.