Line Up:
Paolo Pieri - vocals, guitars
Giulio Moschini - guitars
Marco Mastrobuono - bass
Davide Billia - drums
Tracklist:
1. XXI Century Imperial Crusade [03:48]
2. Cast the First Stone [04:19]
3. Burning Bright [03:43]
4. Iron Fist [04:13]
5. The Chains of Misdeed [03:47]
6. Horn of Flies [03:23]
7. Shroud of Ashes [03:50]
8. Wall of Cohorts [03:10]
9. Damnatio Memoriae [03:50]
Running time: 34:03
"Cast the First Stone", il settimo macigno targato Hour of Penance Hot
recensioni
opinioni autore
Ultimo aggiornamento: 02 Agosto, 2017
#1 recensione - Guarda tutte le mie opinioni
Lo so, è con un colpevole ritardo che arriva questa recensione. E ancora più colpevolmente, ho notato che gli Hour of Penance non erano mai stati recensiti sulle pagine di AllAroundMetal. Bisogna quindi recitare un doveroso mea culpa. Fatto questo, veniamo a noi. "Cast the First Stone" è il settimo album per la macchina da guerra romana e segue di tre anni "Regicide", il disco che, lo ammetto, è stato fondamentale per il mio riavvicinamento al Death Metal dopo diverso tempo in cui il genere mi era venuto un po' a noia.
Come sempre, gli Hour of Penance non si limitano a rifare quel che è stato già proposto in precedenza, quindi non aspettatevi per nulla un album che sia identico a "Regicide". Siamo invece davanti a quello che è il disco più tecnico della band capitolina dai tempi del loro capolavoro "The Vile Conception"; e c'è da dire che una parte di merito va alla new entry, l'incredibile Davide Billia (Antropofagus, Beheaded, Septycal Gorge), quello che è senz'ombra di dubbio, ad oggi, il miglior batterista Death Metal italiano ed uno dei migliori in Europa. "Cast the First Stone" è la perfetta unione della rabbiosa furia di "Sedition" e i toni più epici del già più volte citato "Regicide", andando a completare il percorso dell band attraverso un sound che risulta completo in ogni sua componente. Quindi, così come abbiamo delle vere e proprie mitragliate come le tracce che aprono e chiudono il disco - "XXI Century Imperial Crusade" e "Damnatio Memoriae" -, abbiamo anche tracce come "Wall of Cohorts" ed "Iron Fist" che hanno quel forte sapore epico che s'incastra alla perfezione col concept dell'album. Non mancano poi gli ottimi lavori di melodie e di atmosfere che già avevano fatto la fortuna degli HoP, così come momenti più classici, come la 'suffocationiana' "Burning Bright". Dicevamo poc'anzi del concept, altrettanto importante quanto lo è il comparto musicale in quest'opera. In "Cast the First Stone" gli HoP affrontano quella che è un'inimicizia ormai millenaria, quella tra il "nostro" mondo, quello europeo, e quello orientale: un odio che prevale sul semplice pensiero che le differenze ideologiche sempre ci sono state e sempre ci saranno, che ognuno dovrebbe essere libero di vivere la propria verità; invece, anche la storia contemporanea insegna che ci sarà sempre qualcuno che vorrà far prevalere la propria idea. A tutti i costi.
Da un lato, è stata un po' una fortuna che sia arrivata più tardi questa recensione. Solo dopo diversi ascolti ho potuto constatare come "Cast the First Stone" sia un ulteriore passo avanti per gli Hour of Penance, un disco che, alla fine dei conti, risulta essere superiore al già ottimo "Regicide" (ma sempre "inferiore", in un'ipotetica classifica, all'inarrivabile "The Vile Conception"). Con questa loro settima fatica, gli Hour of Penance dimostrano ancora una volta perché sono tra i maggiori alfieri del Death Metal made in Italy. Ed è uno scettro che difficilmente qualcuno potrà togliere loro.