1. Virosus - Silentium
2. Hollowed
3. Submit
4. Submit (Flux)
5. The Unraveling Mind
6. Redeemer
7. Submit (Subdued)
8. Surge
9. Zotheca
10. Thrall
11. Virosus - Amentia
1. Virosus - Silentium
2. Hollowed
3. Submit
4. Submit (Flux)
5. The Unraveling Mind
6. Redeemer
7. Submit (Subdued)
8. Surge
9. Zotheca
10. Thrall
11. Virosus - Amentia
Torna Mortiis e si sa, ogni qualvolta l' ex Emperor sforna qualcosa di nuovo, si sentono le solite polemiche “Si ma quando c'erano loro...” (eheheh). Ora, volenti o nolenti, loro non ci sono più, la musica è cambiata già da un bel po' e devo dire che è cambiata profondamente. Con ben due album Full-length rilasciati nella prima metà del 2017, l'instancabile troll norvegese continua la sua esplorazione dei meandri del synth-pop, della darkwawe e dell'Industrial rock più oscuri, arricchendo il tutto con una vena dark ambient che fa davvero gelare il sangue, credetemi, sono solo al terzo brano di questo “The Unraveling Mind” e già mi sento sprofondare in un universo malsano e pericoloso, la mia mente corre per corridoi angusti di decadenti palazzoni post-atomici, con la consapevolezza che dietro ogni angolo potrebbe nascondersi qualcosa di mortale... pare di rivivere in parte le angoscianti sensazioni messe in musica da Nattramn sotto il nome di “Diagnose: Lebensgefahr” e del suo “Trasformalin”, magari con un pizzico di malattia in meno (eh si, lì si raggiungono livelli veramente assurdi...), ma con quella lucida cattiveria in più che forse lo rende ancora più terribile. Di sicuro la facilità d'ascolto è molto più accentuata, “The Unraveling Mind” scorre via che è un piacere, creando immagini oniriche di paesaggi ora naturali e benevolenti, ora terribili e carnivori. L'inquietudine che Mortiis riesce a trasmettere è ipnotica, ci porta a riflettere sulla nostra esistenza, senza toglierci la capacità di sognare ad occhi aperti, la calma, l'abbraccio freddo, eppur materno di questa musica apre la mente e riscalda il cuore, facendoci nello stesso tempo, bruciare gli occhi...
Non solo metal dunque, ci troviamo di fronte ad un lavoro che è lontano anni luce dalla scena metal e soprattutto dalla scena black di cui Mortiis stesso ne è stato una pietra miliare, un motivo in più per ascoltare questo album ed il successivo “The Great Corrupter” e lasciarsi avvolgere, da qualcosa di caldo ed intenso, lasciando le gelide tenebre scandinave da parte, per questa volta....
Anthony