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THE ANSWER

recensioni

titolo
Solas
etichetta
TAP/Napalm Records
Anno

Tracklist:

Solas

Beautiful World

Battle Cry

Untrue Color

In This Land

Thief Of Light

Being Begotten

Left Me Standing

Demon Driven Man

Real Life Dreamers

Tunnel

 

Line Up

Cormac Neeson: Voce

Paul Mahon: Chitarra

Michael Waters: Basso

James Heatley: Batteria

 

opinioni autore

 
THE ANSWER 2017-05-05 12:13:54 Luca Albarella
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Luca Albarella    05 Mag, 2017
Ultimo aggiornamento: 05 Mag, 2017
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Compito arduo recensire il lavoro di cui a breve leggerete queste righe inaspettatamente sudate per il sottoscritto. Raramente mi è capitato di sentire forte disagio e malessere diffuso; sembrerebbe un’esagerazione, ma vi assicuro che alzarsi e camminare per la stanza ad ogni pezzo recensito è da manicomio criminale. Non credo di essere io il pazzo; almeno non in questo contesto. Mi sono anche chiesto in momenti di lucidità come sia possibile osannare dei pacchi di questa portata. Meglio chiuderla qui altrimenti il capo mi censura. Vi lascio alla lettura di “Sola(s)” (ma davvero eh!!nda)

“Solas” decisamente ipnotico; trascinante nel suo incedere. Il cantato è caldo inizialmente quasi seducente per poi aprirsi e diventare la tipica voce brit-pop: chiara, che in alcuni frangenti ricorda il grande Bono. Vengono etichettati come Hard Rock ma qualcosa non mi torna, almeno per questo pezzo di apertura. Sicuramente inusuale, non esattamente qualcosa di roboante, ma da assaporare ad un successivo ascolto.
“Beautiful World” anche in questo caso i toni sono oscuri e minimali. Confermo che di Hard Rock a mio avviso non c’è ombra. Parlerei di un indie rock con una produzione più imponente. Arrangiamenti scarni e quasi irritanti. Sonorità piatte e senza un minimo di mordente, nessun cambio di riff o un assolo degno di nota. Non troverete nulla di tutto questo. Il desiderio misto a una forte preoccupazione di andare avanti cresce in me.
“Battle Cry” si muove su territori acustici e di facile presa. Vediamo se riescono a risollevare il mio morale decisamente a terra. Se questo è il nuovo corso del rock preferisco restare sui vecchi standard. Rock semi acustico con un chorus che dovrebbe avere l’intento di imprimersi nella mente a primo ascolto. Si imprime nella mente, ma nel senso più negativo del termine. A questo punto ho capito l’andazzo e mi aspetta un lavoro davvero arduo.
“Untrue Color” riserva lo stesso riffing monocorde e scialbo che non riesce a smuoversi di un millimetro dalle idee precedenti. Evidentemente è una scelta artistica precisa. Apprezzo il coraggio, ma il rovescio della medaglia è che ci si può imbattere in cultori di hard rock e aor come il sottoscritto e lì sono dolori di pancia (esclusivamente i miei; loro se la ridono ammucchiando soldi a palate nda). A parte questo, l’unica cosa che riesce a emozionarmi è il cantato. L’ugola di Neeson riesce ad essere anche tagliente raggiungendo picchi notevoli.
“In This Land” si sposta su territori più morbidi fatto di chitarre acustiche, arrangiamenti essenziali. Devo ammettere che in questo ambito i The Answer riescono a convincermi decisamente anche se non mi ritrovo davanti un vero capolavoro. Molto Goo Goo Dolls per intenderci ma almeno il mio stato di insofferenza inizia a dileguarsi.
“Thief Of Light” si ritorna su territori elettroacustici. Non da primo ascolto, ma ha il pregio di riservare nuove emozioni ad un successivo ascolto. Inizio a sentirmi spiazzato. Probabilmente questo platter è una sorta di spartiacque fra il vecchio sound e ciò che verrà. Ma queste sono considerazioni in cui non voglio addentrarmi. Il pezzo in questione riesce a trascinare e, se riuscite ad “aiutarvi” con qualcosa di buono da sfumacchiare, credo che gli apprezzamenti possano accrescere notevolmente.
“Being Begotten” è una nenia assolutamente priva di mordente, di slancio emozionale. Difficile da descrivere. Dovreste ascoltarli perché purtroppo è arduo trovare parole adatte e ricordarsi che non si chiacchiera al bar fra amici, i toni sarebbero molto diversi.
“Left Me Standing” almeno ricomincia a farmi respirare con un rock ‘n roll dalle sfumature indie. Non ci si strappa i capelli perché non ci sono soluzioni mirabolanti o assoli memorabili, o meglio di assoli nemmeno l’ombra. Confermo l’idea che si è più vicino all’indie rock. Se questo è il tipo di rock che spopola, allora sarà meglio mettersi l’anima in pace perché certi fenomeni sono assolutamente imposti dalle major e non ci sarà mai verso di cambiare le cose.
“Demon Driven Man” è l’ennesimo episodio che mi lascia esterrefatto. Rock’n roll dal sapore retrò che pretenziosamente scimmiotta grandi nomi dei seventies. Una noia assoluta che stancamente e faticosamente mi porta fortunatamente quasi alla fine di questa agonia.
“Real Life Dreamers” segue per certi versi sulle coordinate del pezzo precedente, ma quantomeno riserva una buona linea vocale cantata egregiamente. Ho difficoltà a etichettare a questo punto questa band che vive di pochissime luci e tante ombre che distruggono impietosamente delle soluzioni interessanti.
“Tunnel” è una piacevole ballad sempre a tinte acustiche che in chiusura ha quantomeno l’ingrato compito di rasserenarmi un po’ lo spirito. Siamo sempre su tempi cadenzati con una buona interpretazione vocale.
In conclusione: Spero di non dover mai più sentir parlare del progetto The Answer e di scoraggiare quante più persone possibili ad avvicinarsi anche solo per curiosità a questa band che inspiegabilmente trova consensi anche da mostri sacri dell’hard rock mondiale. Non è una crociata contro di loro, ma contro major o grosse indipendenti che continuano a propinare aborti musicali spacciandoli per capolavori e travestendoli da innovativi. A mai più.

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