The Mask Of Anubis
The Coils Of Apollyon
Serpent Mage
Nexus Legion
Eternal Crimson Spires
Spellcraft
Starfall
Vision Of Dis
The Isle Of Voices
Puro heavy classico per gli indiani Kryptos.
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Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 2012
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Come si sa, il "revival" è una pratica spesso adottata nel mondo della musica, specialmente quello heavy metal, per smuovere quel sottobosco di vecchi fans che credono ancora nel potere del metallo pesante, delle borchie e dell'old school. È proprio il caso dei Kryptos, band indiana fondata nel 1998 arrivata al terzo appuntamento con la discografia. È abbastanza curioso scoprire che esiste un ambiente metal underground in una nazione dalle dinamiche complicate come l'India, ed ancora più curioso il fatto che questa band è considerata una punta di diamante di quel piccolo universo metal!
Ma veniamo al disco: nove tracce di purissimo heavy metal, di chiara matrice statunitense, che iniziano a dispiegarsi con l'attacco di The Mask Of Anubis, opener dai ritmi serrati e una voce che mi rimanda agli Angel Witch o ai primi Manilla Road. I Kryptos puntano tutto sul metallo genuino e puro, senza fronzoli, né tecnicismi: le ritmiche sono veloci, quasi thrash a volte, il basso martella come farebbe un fabbro sull'incudine, la batteria segue sempre tempi regolari per causare un headbanging continuo. Il tutto procede diretto e senza troppi complimenti anche con la title-track: un basso più approfondito alla Steve Harris rallegra l'atmosfera fino all'incidere del pesante riff, mentre la voce graffiante del singer fa il resto. Passiamo poi a Serpent Mage, indubbiamente la mia preferita del cd in quanto piena zeppa di citazioni e occhiolini anche all'hard'n heavy e con delle ritmiche decisamente più variegate tra pezzo vero e proprio e ritornello. Le tre tracce successive (Nexus Legion, Eternal Crimson Spires e Spellcraft) non mi hanno convinto molto invece, specialmente per il fatto che il disco inizia a attestarsi sulla monotonia della tecnica del revival, mentre invece Starfall mi ha conquistato per l'epicissima intro e per le continue citazioni all'epic metal. A chiudere il tutto un pezzo come Vision Of Dis, che come il precedente cavalca ancora l'onda epica e riesce comunque a coinvolgere bene l'ascoltatore. Infine l'acustica The Isle Of Voices, un'outro molto bella e suggestiva.
Insomma, i Kryptos non innovano nulla ma suonano decisamente molto bene, per questo saluto quest'uscita come una cosa positiva. I Kryptos, per altro, hanno suonato in svariati festival europei ottenendo un discreto successo, e diventando così la prima band heavy metal indiana ad aver fatto un tour di questo tipo. Insomma, non aspettatevi atmosfere mistico/orientaleggianti: un disco granitico come The Coils Of Apollyon si rivela prelibato per tutti gli amatori del metal più classico.