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Athorn: un album innovativo ancora imperfetto Athorn: un album innovativo ancora imperfetto Hot

Athorn: un album innovativo ancora imperfetto

recensioni

gruppo
titolo
Necropolis
etichetta
Dr. Music Promotion
Anno

 

Tracklist

11111011000

Another Day In Hell  

The Dark Breed

Cabin On The Hill  

Forgotten Souls

Ghost Brigade  

Path Of Sorrow

Final Destination  

End Of Days

Born In Flame

Of Pawns And Dragons



Line-up

Carsten Frank - Vocals
Björn Spier - Guitar
Tobias Liedke - Guitar

Matthias Brandt - Bass
Philipp Horst – Drums

 

opinioni autore

 
Athorn: un album innovativo ancora imperfetto 2017-04-24 14:34:26 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    24 Aprile, 2017
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Nel mondo della musica, soprattutto al giorno d’oggi, è necessario proporre sempre qualcosa di nuovo ed innovativo se ci si vuole distinguere: ciò è dovuto al fatto che, ormai, i generi sono saturi e l’unica soluzione è quella di presentare un lavoro che riesca ad unire varie influenze per dare vita ad un prodotto interessante. Gli Athorn, con il loro concept album “Necropolis”, rappresentano esattamente questo tentativo di fondere diverse esperienze in un unico risultato. Tutto il lavoro è incentrato sul tema post-apocalittico: cosa accadrebbe se un meteorite colpisse la terra trasformando gli uomini in morti viventi? Da ciò l’idea di concretizzare in musica il caos, derivante da un simile panorama, presentandoci un misto tra progressive melodic death con innesti power ed epic.

Personalmente ho trovato qualche difficoltà nell’inquadrare questo album in quanto la band non è perfettamente riuscita nell’intento di portare un qualcosa che sia frutto di più generi uniti insieme. Partiamo dalla prima traccia, “Another Day In Hell”, la quale è anche la più bella dell’intero lavoro: qui sono perfettamente percepibili i vari innesti che sono stati applicati in maniera intelligente e studiata, tant’è vero che il riff portante è un ottimo compromesso tra melodic death e power (sembra di ascoltare In Flames e Stratovarius contemporaneamente). Eccezion fatta per “The Dark Breed” dalla struttura violenta e veloce, “Ghost Brigade” nella quale c’è un leggerissimo sentore black e la voce in pulito è davvero molto piacevole e, infine, la ballad “Born In Flames” davvero molto bella e godibile, sembra che gli Athorn abbiano lentamente perso la strada: i pezzi non sono niente male, tuttavia sembra che non siano più un’intelligente unione di vari generi, ma un semplice accostamento, a volte forzato, di diverse influenze musicali; sono brani in cui, anziché avere riff particolari ed innovativi, le influenze sono troppo staccate tra loro e il risultato finale è una mescolanza non molto omogenea.

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