01. Cilicium
02. Manufacturing Evil
03. Gates of Hell
04. Lord of the Dead
05. Soulless
06. Through the Eye
07. Devil's Night
08. Demons
09. One with the Flame
01. Cilicium
02. Manufacturing Evil
03. Gates of Hell
04. Lord of the Dead
05. Soulless
06. Through the Eye
07. Devil's Night
08. Demons
09. One with the Flame
Chi sono e da dove spuntano questi Green Death di cui non avevo mai sentito parlare?
La mia curiosità è stata subito soddisfatta dall’ottima Press Release in mio possesso: il quintetto in questione viene da Des Moines (Iowa), città celebre per aver dato i natali agli Slipknot, e propone un Modern Thrash Metal molto tecnico e personale.
Nati nel 2012 i Green Death hanno prodotto finora 2 Ep, il full-length d’esordio “The Deathening” nel 2013 e questo “Manufacturing Evil” uscito negli Usa nell’Aprile del 2015, ma pubblicato in Europa un anno dopo.
La band presenta da subito ottime credenziali come la partecipazione al Knotfest del 2015 suonando insieme a mostri sacri come Judas Priest, Slipknot, Korn, Mastodon ed altri. In un brano è presente come guest vocalist il leggendario David Vincent dei Morbid Angel e la produzione è stata affidata a Dave Ellefson, bassista dei Megadeth, altresì proprietario della label Emp (Ellefson Music Productions).
Passando sul versante musicale, il disco dura 28 minuti scarsi ed è composto da una breve intro acustica (Cilicium) e da otto brani; la title track è una chiarissima dimostrazione di intenti della band e del dotatissimo cantante Sol Bales che si presenta con un acuto alla King Diamond; i cambi di tempo ed il ritmo della song sono travolgenti, il ritornello catchy e memorizzabile, nessuna critica può intaccare questo brano di Thrash Metal ultratecnico, un gran bel biglietto da visita per la band.
“Gates of Hell” vede la partecipazione di David Vincent come ospite, il brano in partenza ricorda molto i Disturbed salvo poi cambiare grazie al possente growl di Vincent, a tratti sembra di ascoltare i Morbid Angel del capolavoro “Domination”; verso la fine del brano la presenza delle tastiere e di alcune campane rende l’atmosfera molto lugubre ed horror.
La veloce e Thrashy “Lord of the Dead” scorre via senza emozionare troppo mentre “Soulless” altro non è che un interludio acustico cantato simile ad alcuni momenti melodici del controverso “The Burning Red” dei Machine Head.
Uno scossone avviene con “Through the Eye”, brano tanto estremo quanto breve (un minuto e mezzo di durata), un attacco frontale sulla falsariga di gente come Slayer, Vader o Malevolent Creation che non lascia prigionieri.
La settima “Devil’s Night” è un altro highlight del disco, viaggia su ritmi più sostenuti ed in linea con tutto il platter mette in risalto le qualità canore di Bales che migliorano di canzone in canzone; la penultima “Demons” è una mazzata sui denti sullo stile efferato dei Testament di “Low” e “Demonic”.
Il disco si conclude in maniera melodica con “One with the Flame”, altro brano melodico sulla falsariga di “Soulless”, vi sono echi di Post-Grunge mentre il riff finale ci riporta in scenari Dark-Gothic alquanto claustrofobici.
Come avrete capito siamo in presenza di una band eclettica e non convenzionale: in meno di mezz’ora immaginate un calderone di influenze composte da: Testament, Forbidden, Disturbed, King Diamond, Morbid Angel, Iced Earth e Machine Head, mescolate il tutto con una forte dose di inventiva, tecnica ed un cantante sopra le righe ed otterrete i Green Death.
Di certo dopo aver ascoltato questo disco andrò a riscoprire il loro esordio, credo siano una band molto particolare e meritevole da seguire. A volte mi chiedo come mai certe band non riescano a farsi conoscere in Italia, spero che questa recensione desti la curiosità dei lettori.