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Dal sole morto risorgono i Nightmare... Dal sole morto risorgono i Nightmare... Hot

Dal sole morto risorgono i Nightmare...

recensioni

gruppo
titolo
Dead Sun
etichetta
AFM Records
Anno

Tracklist:

01. Infected
02. Of Sleepless mind
03. Tangled In The Roots
04. Red Marble & Gold
05. Ikarus
06. Indifference
07. Dead Sun
08. Seeds Of Agony
09. Inner Sanctum
10. Serpentine
11. Starry Skies Gone Black

Line-up:

Maggy Luyten - Vocals
Yves Campion - Bass & Vocals
Franck Milleliri - Guitar
Matt Asselberghs -Guitar & Vocals
Olivier Casula - Drums

opinioni autore

 
Dal sole morto risorgono i Nightmare... 2016-11-22 21:19:49 Dario Onofrio
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Dario Onofrio    22 Novembre, 2016
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Avete presente quei pazzi che si buttano da montagne altissime con la tutina alare non esattamente ben consci di quello che stanno facendo? Al di là dei servizi de Le Iene che ultimamente hanno sollevato questo "annoso" problema, penso che una metafora del genere definisca bene l'azzardo di Yves Campion, unico membro rimasto dei Nightmare dopo l'abbandono dei fratelli Amore.

Deciso a tutti i costi ad andare avanti dopo la tiepida accoglienza di The Aftermath (che oh, a me era piaciuto) nel 2014, il nostro axeman assume uno "sconosciuto" Olivier Casula alla batteria e alla voce chiama nientemeno che una signora: Magali Luyten, forte di una lunga serie di collaborazioni nel mondo heavy tra cui penso valga la pena di ricordare Ayreon. Alla produzione, sicuramente bombastica e molto più curata di quella del precedente capitolo, troviamo Patrick Liotard e Joost Van Den Broek, già produttore di Epica e The Gentle Storm.

Yves ha fatto di tutto, insomma, per cercare di regalare ai fan un prodotto accattivante, caratterizzato da un suono moderno e da una scrittura che si allontana decisamente dai territori power per abbracciare una serie di soluzioni più thrasheggianti. Insomma, come suona sto' Dead Sun? Diciamo che i Nightmare del 2016 fanno un po' fatica ma riescono ad arrivare alla meta: un disco che può piaciucchiare sia ai vecchietti che a un pubblico più giovane. Gli occhiolini dall'una e dall'altra parte ci sono in continuazione, se consideriamo un pezzo come Inner Sanctum contrapposto a uno come Red, Marble & Gold, che mescola heavy vecchio e nuovo non nascondendo una certa attenzione per il groove che piace tanto ai gggiovani.

Personalmente ho trovato apprezzabili la title-track e la semi-ballad Seeds of Agony, con tanto di coro di bambini verso il finale, che segnano profondamente questo momento di passaggio tra i "vecchi" e i "nuovi" Nightmare.

Ahimè, le difficoltà sono però diverse: se da una parte questo doppio gioco funziona, dall'altra rischia di stufare un ascoltatore più avvezzo a vecchie sonorità o comunque a una produzione meno cicciosa. Insomma: questa nuova incarnazione dei Nightmare graffia, ma non come dovrebbe. Non perché i nuovi musicisti saliti sul carrozzone di Yves Campion, ma perché trovare una quadra dopo più di trent'anni di attività inizia ad essere veramente duro per i francesi.

Non boccio totalmente Dead Sun, ma non me la sento neanche di dargli una bella promozione: c'è ancora tanto da lavorare nei prossimi anni. Speriamo che la prossima volta l'omino con la tutina alare non vada a schiantarsi contro qualche crinale.

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