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Hokedun - Succumbing to Decay Hokedun - Succumbing to Decay Hot

Hokedun - Succumbing to Decay

recensioni

gruppo
titolo
Succumbing to Decay
etichetta
Hexenreich Records
Anno

1 - Commencement of Wrath

2 - Overwhelmed by Anguish

3 - Whispers From Beneath

4 - Highly Addictive Lie

5 - Black Ribbon

6 - Hailing Desperation

7 - Under Debris

8 - Wailing

9 - Succumbing to Decay

opinioni autore

 
Hokedun - Succumbing to Decay 2016-11-19 19:17:59 Anthony Weird
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Anthony Weird    19 Novembre, 2016
Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 2016
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Arrivano dall'Inghilterra gli “Hokedun”, con questo album in tiratura limitata ad appena cento copie, davvero molto molto carino. Una confezione elegante e minimale con in regalo un adesivo della band e numerata a mano, di cui posso vantarmi di possedere la copia numero cinquantaquattro. Nove pezzi di Black Metal molto legato all'old school norvegese, che ho sempre amato. Quindi, bando alle ciance e parto innanzitutto con il primo brano “Commencement of Wrath”, ed il suo arpeggio iniziale. Una sorta di intro decadente su un cancello che cigola, mi godo gli arpeggi in acustico e i cinquantasei secondi scorrono via velocemente. “Overwhelmed by Anguish” mi catapulta in un mondo oscuro che conosco fin troppo bene, le tenebre nordiche portate in musica da band come Arkanum, Kampfar e Tsjuder mi avvolgono. Riffing circolari sporcati qua e là da tocchi di Death Metal svedese, senza mai però, uscire dai canoni e dai confini auto-circoscritti dal Black. Lo scream è oscuro e convincente, un po' poco “viscerale” per i miei gusti, lo sento leggermente strozzato in gola, ma è ancora presto per dare un giudizio. “Whispers From Beneath” e la sua intro sospirata, creano l'inquietante atmosfera per una sfuriata low-fi (che io apprezzo sempre e metto tra i pregi), molto cattiva e confusa. E' come ritrovarsi in una stanza buia dalle luci scintillanti e una presenza malefica ci gira intorno, mentre fuori piove a dirotto. Buona la dose di doppia cassa ovattata dalla produzione volutamente sporca e persino il basso si fa notare sotto il muro delle chitarre predonimanti. Arrivo al quarto brano “Highly Addictive Lie”, superando le tastiere tetre sul finale di “Whispers From Beneath”, e mi aspetta un ricamo di basso e batteria con dei sospiri che non promettono nulla di buono. L'arpeggio in acustico crea la giusta atmosfera decadente e la cosa si protrae per tutto il pezzo praticamente. Un intermezzo ipnotico e atmosferico, che non ci concede altro, nell'arrivo spasmodico di “Black Ribbon”, un pezzo che vive di tensione costante e crescente, malefico e senza speranza, procede in circolo su riffing dissonati, mentre uno scream veramente convincente in questa parte, continua a declamare le sue blasfeme imprecazioni.
Un rallentamento a metà è quello che serve per riprendere fiato e gustarci la seconda parte, se possibile ancora più pregna di malefici pensieri. “Hailing Desperation” apre con una intro campionata e un'atmosfera ancora una volta fatta di malinconia e tristezza. Un brano strumentale molto più melodico dei precedenti che va a smorzare l'ansia accumulata fino ad ora, con una dolcezza malsana, ricca di perversione e “cattive intenzioni” se possibile, che però, nonostante tutto, rilassa e coccola le nostre malandate trombe di Eustachio e ci prepara a “Under Debris” e alla sua follia sparata in faccia senza remore. Una risata che è più un ghigno apre le danze e si torna a martellare. Accordi lunghi si intersecano a riff volutamente dissonati e si ripiomba nel Black Metal più mero e marcio. Si tratta comunque di un pezzo che non aggiunge nulla a quanto ascoltato fino ad ora, sono tutti brani molto simili a parte qualche eccezione, come la numero otto “Wailing” ed il suo riff particolare e accattivante. Pur restando su territori ben conosciuti e sfruttati dagli inglesi, riescono a creare intrecci favolosi che catturano l'attenzione e si lasciano godere in un brano strumentale che trova la sua giusta dimensione alla penultima posizione di questo “Succumbing to Decay“, aprendo così la strada ad una title track che nel suo poco più di un minuto e mezzo, continua a contribuire ad un'atmosfera decadente, mettendo il sigillo ad un lavoro che ci parla della scelta del male e dei sacrifici e della sofferenza che essa comporta, questa, una cosa che raramente si vede nei lavori artistici attuali, men che meno nella musica, quindi assolutamente da ammirare e premiare. In ultima analisi ci troviamo di fronte ad un lavoro particolare, di sicuro appetibile per chi, come me, ama un certo tipo di Black Metal molto legato alla visione tradizione di quest'arte, che in questi poco più di ventisei minuti e mezzo di metal estremo, troverà tanti sentimenti e una buona creatività compositiva, pur restando sul classico. Consigliato.

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