01. Life Denied
02. Bagger 288
03. The 8th Sin
04. Deception
05. Black Hole
06. I Executor
07. Hidden Side
01. Life Denied
02. Bagger 288
03. The 8th Sin
04. Deception
05. Black Hole
06. I Executor
07. Hidden Side
La recensione di questo Ep è per me fonte di soddisfazione: in meno di due anni di collaborazione con Allaroundmetal mi ritrovo infatti per la prima volta a recensire un gruppo già incontrato prima. Sono fermamente convinto che seguire il percorso delle band underground sia un grande privilegio.
Avevo recensito i padovani Forklift Elevator nel Luglio 2015 in occasione del debut album “Borderline” con un giudizio a dire il vero non troppo positivo, anzi a malapena sufficiente (gli interessati cerchino sul sito la recensione del 12 Luglio 2015).
Il loro debutto da me definito altalenante peccava di poca originalità e di una ricerca confusionaria atta ad unire più generi tra loro: dal Thrash Metal all’Hardcore; dall’Alternative Metal al Southern Rock, un bel calderone penalizzato dalla voce del cantante non troppo convincente.
Nella Press Release in mio possesso leggo di importanti avvicendamenti nella line up: il chitarrista Stefano Segato ha abbandonato la chitarra solista per dedicarsi esclusivamente alla voce in seguito alla dipartita dell’ex singer Enrico Martin; viceversa la lead guitar è stata affidata al nuovo entrato Uros Obradovic mantenendo inalterata la formazione a cinque.
Nonostante gli avvicendamenti la band si è rimboccata le maniche sfornando dopo solo un annetto questo “Killerself” composto da un’intro e sei brani di durata di poco inferiore alla mezz’ora.
L’iniziale “Life Denied” altro non è che una melodica intro formata da arpeggi cupi ed elaborati come nella miglior tradizione Thrash statunitense; allo scadere del minuto esatto entra in scena la terremotante “Bagger 288” impreziosita da un ritmo di batteria esplosivo, lo scream iniziale è una dichiarazione di intenti da parte di Stefano Segato, totalmente a proprio agio nella nuova veste di cantante: promosso a pieni voti.
La successiva “The 8th Sin” funge invece da biglietto da visita per le doti del nuovo solista Obradovic: song moderna e dall’incedere veloce, assolutamente perfetta per le esibizioni dal vivo anche grazie agli azzeccatissimi cori; la malvagia “Deception” si presta ad un Headbanging ben ritmato grazie ad un Groove indovinato e degli Stop’N’Go pazzeschi, questa song ha qualcosa degli Slayer del periodo “Diabolus in Musica”.
“Black Hole” è la song più particolare del lotto: a metà tra i Metallica di Reload ed il sound sudista ed intransigente dei Black Label Society (influenza particolarmente ingombrante sul disco di debutto del 2015), qui i ritmi rallentano ma l’ascoltatore risulta sempre piacevolmente coinvolto ed ancora una volta l’ottimo assolo di Obradovic impreziosisce di gran lunga il brano.
La penultima “I Executor” introdotta da un cupo arpeggio prosegue in seguito verso lidi prettamente Doom salvo poi accelerare improvvisamente, i Forklift Elevator ci offrono un’altra song ben riuscita tra Pantera, Machine Head, Lamb of God e gli Exodus del periodo “Dukes”.
Con la finale “Hidden Side” la band sviscera spudoratamente tutto il proprio amore per i Pantera inserendo al contempo delle clean vocals interessanti; degna di nota è l’accelerazione finale del brano, da far saltare dal letto ogni Thrasher che si rispetti, a tratti sembra di ascoltare i Forbidden o i sempre poco nominati Grip Inc di Dave Lombardo; non poteva esserci conclusione migliore per questo Ep.
Stavolta i Forklift Elevator hanno centrato il bersaglio elevandosi al di sopra della sufficienza, un’ottima produzione ed una compattezza di fondo caratterizzano questa nuova uscita discografica della band; personalmente confido in un tour esteso della band padovana.
Sono certo che continuando a lavorare sodo la band potrà ambire ad una posizione di prestigio nel panorama Groove Thrash nazionale e perché no, affacciarsi anche al mercato estero: avanti così!