TRACKLIST
1) Malice
2) Sons Of Rock
3) Heavy Metal Revolution
4) The Battle
5) Last Try
6) Valhalla Waits
7) Wake The Dead
8) Soldiers
9) Fight
TRACKLIST
1) Malice
2) Sons Of Rock
3) Heavy Metal Revolution
4) The Battle
5) Last Try
6) Valhalla Waits
7) Wake The Dead
8) Soldiers
9) Fight
Perso nei meandri della nostra redazione, ma magicamente ritrovato per via della ristampa di inizio 2016, passiamo in esame "Triumph & Glory" debutto degli americani Malice (da non confondersi con gli omonimi di Jay Reynolds). Partiamo col dire che è un lavoro che può avere una duplice chiave di lettura: infatti, se da un lato i nostri sciorinano songs efficaci che dal vivo faranno proseliti (Last Try, Metal Revolution), pur non gridando al miracolo, dall'altro non sempre il songwriting è fluido ed incisivo come dovrebbe essere ma, visto e considerato che stiamo parlando di una prima uscita (e per giunta di 4 anni or sono), possiamo perdonare i ragazzi e sorvolare. Come si evince dalla copertina e dai titoli delle canzoni, ci troviamo al cospetto di un Epic Metal sanguigno e roccioso sulla scia dei capostipiti del genere (Omen, Manowar e company) dove i nostri non premono mai sull'acceleratore (a parte "Wake the Dead" sostenuta da un portentoso Sean Doan alla batteria e dal piccolo gioiellino posto in chiusura "Fight", cantata da quel marpione di David Reece che molti di voi ricorderanno nelle file degli Accept), preferendo soluzioni mid tempo classicheggianti e ariose come in "Valhalla Waits" o la pachidermica "Soldiers", in cui scintillante risulta l'assolo di chitarra a opera di Sheridan Dolan. I brani crescono ascolto dopo ascolto e un'altra chicca del disco è la seconda traccia "Sons Of Rock", vero inno alla musica immortale che in sede live si preannuncia giù un must. La pecca, come dicevo prima sta un pochino nel songwriting (alcune forzature in "The Battle" per esempio) e quindi nei chorus che in alcune canzoni vengono ripetuti fino allo sfinimento, quando magari bastava chiuderle prima invece di arrivare a 6 minuti di durata. Detto che il cantante se la cava egregiamente, avendo anche un timbro particolare ma non "impostato", consiglio vivamente l'ascolto a tutti i DIE HARD FANS dell'EPIC METAL e simil sound che troveranno pane per i loro denti, nonostante qualche peccatuccio dovuto forse all'inesperienza dei nostri.
Francesco Noli