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Da 6 anni "Addicted to metal": tornano i Kissin' Dynamite Da 6 anni "Addicted to metal": tornano i Kissin' Dynamite Hot

Da 6 anni "Addicted to metal": tornano i Kissin' Dynamite

recensioni

titolo
Generation Goodbye
etichetta
AFM Records
Anno

Tracklist:

01. Generation Goodbye
02. Hashtag Your Life
03. If Clocks Were Running Backwards
04. Somebody To Hate
05. She Came She Saw
06. Highlight Zone
07. Masterpiece
08. Flying Colours
09. Under Friendly Fire
10. Larger Than Life
11. Utopia

Line-up:

Hannes Braun: voce
Jim Müller: chitarra
Ande Braun: chitarra
Steffen Haile: basso
Andreas Schnitzer: batteria

opinioni autore

 
Da 6 anni "Addicted to metal": tornano i Kissin' Dynamite 2016-09-18 14:58:37 Dario Onofrio
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Dario Onofrio    18 Settembre, 2016
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Sono ormai sei anni che seguo le imprese dei tedeschi Kissin' Dynamite, band che a mio avviso non ha mai avuto il successo che merita per tutta una serie di incredibili sfighe. Mi chiedo sempre, infatti, come un gruppo così dedito al cazzeggio e al sesso droga e rock'n roll non abbia potuto sfondare dopo aver rilasciato tutta una serie di dischi che avevano tutte le carte in regola per diventare dei veri e propri tormentoni.

Eppure siamo ancora qua, dopo 6 anni, al quinto album di una band che non si è arresa nonostante abbia incontrato un mercato che non la incoraggia. Generation Goodbye nasce dal pretesto di moltissime band hair metal di parlare delle nuove generazioni e del loro rapporto con la realtà, come dimostra la copertina dove si vede un Iphone rotto. Tra le poche band ad avere un paroliere come And Schnitzer, c'è da dire che la collaborazione con questo "sesto elemento" della band funziona alla grandissima.

La title-track è quasi un inno dedicato a una generazione come la nostra, che nasce in un periodo storico veramente sfigato, con l'augurio di imparare a comprendere cosa è bene e cosa è male, mentre nel singolo Hashtag your life si parla appunto dell'influenza dei social network nella nostra vita (hanno rilasciato anche un divertentissimo video che vi consiglio di andare a vedere). Se seguite la band da parecchio vi ricorderete la loro bravura sia nella produzione che nella vera e propria resa artistica: il fatto che i nostri suonino insieme dall'età di 12 anni si sente perfettamente in canzoni bombastiche come Somebody to Hate, She came she saw e la quasi-gammarayana Highlight Zone. La bravura del quintetto è proprio quella di poter switchare dall'heavy, all'hair, al power, senza che l'ascoltatore se ne accorga, e far coincidere generi che generalmente si guardano in cagnesco. Secondo me le uniche vere due toppate del disco sono la ballad Il clocks were running backwards e la finale Utopia, troppo distese e eccessivamente prolisse per un disco che se la gioca maggiormente sulla velocità, mentre il duetto tra Hannes Braun e Jennifer Haben dei Beyond the black in Masterpiece è davvero struggente e canzoni come Under Friendly Fire sembrano direttamente essere uscite da un disco dei Judas Priest.

Sostanzialmente, a fine ascolto, la mia domanda è sempre la stessa: perché questo gruppo non riesce mai a sfondare? Forse perché non hanno gli agganci giusti o perché il mercato, oggigiorno, è veramente composto da squali? Un vero peccato che non tanta gente conosca una band interessante come i Kissin' Dynamite, sicuramente tra le migliori cose che in questo momento arrivano dalla Germania.

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