1- Prólogo: Mea Culpa
2.- Multiverso
3.-Tres Milagros
4.- Al Diablo
5.- Cabello de Angel
6.- Juliet
7.- Vulnerables
8.- Por todos los Santos
9.- El barco de Papel
10-Epilogo
1- Prólogo: Mea Culpa
2.- Multiverso
3.-Tres Milagros
4.- Al Diablo
5.- Cabello de Angel
6.- Juliet
7.- Vulnerables
8.- Por todos los Santos
9.- El barco de Papel
10-Epilogo
Tornano in pista gli Amadeus, che a tre anni dal debutto "Caminos del alma", si ripresentano con un interessante concept, che affascina già dalla bellissima ed originale copertina. Ma prima di addentrarci sul nuovo lavoro, facciamo un passo indietro: il primo album metteva in mostra le grandi potenzialità di questa band che però non sempre riusciva a trasformare la propria classe in una completa riuscita dei pezzi, come se mancasse sempre qualcosina per decollare. Potenzialità riconosciute anche dal grande Alberto Rionda che li ha presi sotto la sua ala protettrice portandoli anche in tour con gli Avalanch nel 2009, prima che gli Amadeus continuassero con un'intensa attività live e la partecipazione ad importanti festival spagnoli. Si arriva così al 2012 con la pubblicazione di "Black Jack", disco ancora una volta registrato negli studios Dante di Barcellona (proprietà di Israel Ramos, cantante della band) e mixato e masterizzato dallo stesso Alberto Rionda (Avalanch) nei famosi Bunker Studios per un risultato sonoro davvero convincente.
L'intro "Prólogo: Mea Culpa" ci fa entrare direttamente nel concept (che non finirà con questo disco): morte, angeli, amore il tutto ambientato in un mondo fantastico partendo dalla nostra Sicilia del XIX° secolo per poi trasferirsi nel cielo tra Paradiso, Purgatorio e Inferno. A seguire troviamo 8 pezzi (più una lunga outro strumentale), dove gli Amadeus ci deliziano con il loro melodic metal barocco, ricco di melodie ed orchestrazioni. Intendiamoci, non stiamo parlando di Symphonic Metal alla Rhapsody, ma di una abbondante dose di arrangiamenti che arricchiscono il sound. Inoltre i pezzi contenuti in "Black Jack" suonano decisamente meno metal rispetto al debutto (che già non si poteva definire puro power metal), e anche la scelta dei suoni segue questa via con la chitarra ritmica che risulta meno heavy e più hard rock. La stupenda "Multiverso" già mette in chiaro questa leggera svolta stilistica, un ottimo brano, breve e melodico, che acquista ancor più valore grazie alla calda voce di Israel Ramos. I pezzi più riusciti sono decisamente "Al diablo", "Cabello de Angel" e "Juliet" che conquistano e deliziano con le loro affascinanti melodie. Impossibile non pensare ad un gran disco come "El hijo prodigo" (Avalanch) quando si ascoltano alcuni dei nuovi pezzi firmati Amadeus, vista la somiglianza del sound e a dirla tutta, persino la voce di Israel Ramos a volte ricorda da vicino quella di Ramon Lage. Resta comunque la percezione che dietro alcuni brani ben confezionati e impeccabili in realtà sotto sotto, un pò come successo già con "Caminos del alma", manchi sempre qualcosa per conquistare l'ascoltatore. Non sarebbe male, a mio modesto parere, un inserimento di qualche coro sopratutto duranti i ritornelli, per spezzare rispetto alle strofe con la voce peraltro ineccepibile di Ramos.
Gli Amadeus si confermano quindi band ambiziosa e ricca di talento a cui però continua a mancare l'ultimo step per poter fare il salto di qualità e diventare davvero grande. Potranno prendere l'eredità dei "defunti" Avalanch? Difficile ma solo il tempo ci dirà.. Intanto "Black Jack" è un buon prodotto, arricchito da un affascinante disegno grafico in stile cartoon (a me riporta alla mente quel gran videogame che fu “The course of Monkey Island”) che accompagna questo originale concept che non finisce qui. Diamogli una chance!