01. We Are All Vain (5:35)
02. Pseudo Christ (2:20)
03. The Code (2:53)
04. Steal the Show (3:40)
05. Synthetic Part I (7:09)
06. Debris (3:49)
07. God of the Lost (6:28)
08. Syria (4:12)
09. Willow (3:19)
10. Synthetic Part II (3:47)
Rock alternativo, moderno, sperimentale e di conseguenza progressivo Hot
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Arrivano dalla Germania i Fire on Dawson e pubblicano "7 Billion and a Nameless Somebody" dopo il debutto "Prognative" che ha ricevuto un gran successo nel 2010, consentendo alla band numerose apparizioni live. Difficile descrivere il sound di questo disco visto che il gruppo teutonico riesce a spaziare toccando vari generì, unendo tante diverse influenze, andando come a comporre un puzzle formato da tanti pezzi spesso diversi tra loro ma che uniti, formano un lavoro molto gradevole. Un puzzle che possiamo chiamare progressive rock ma in cui per oltre 40 minuti di musica ogni pezzo ha una sfumatura diversa, con l'unico comun denominatore che è la melodia. I brani composti dai Fire on Dawson non sono complessi nè tecnici, ma necessitano alcuni ascolti per essere compresi viste le melodie ricercate e non facilmente accessibili. Ad impreziosire il disco la voce calda del singer Indiano Ankur Batra che sicuramente ha contribuito ad influenzare la proposta con le sue origini culturali/musicali. Le songs cambiano spesso umore all'interno anche di pochi minuti di durata, partendo spesso con chitarre "pulite" per poi passare ad un suono distorto durante i chorus, e questo accade anche alla voce. Le influenze maggiori le potete trovare in Porcupine Tree, Pearl Jam, A Perfect Circle, Pink Floyd ed Audioslave, ma, ripeto, questa è una proposta molto originale.
Ai Fire on Dawson possono bastare anche poco più di 2 minuti per comporre una canzone che colpisce nel segno, è questo il caso di due ottimi pezzi come “Pseudo Christ” e "The Code"; in fondo chi ha detto che una canzone prog deve durare almeno 5-6 minuti? Il lato più tipicamente progressivo viene fuori con “Synthetic Part I” dove Porcupine Tree e Pain of Salvation diventano i principali paragoni e finalmente la chitarra di Markus Stricker diventa protagonista con una lunga parte strumentale dedicata ai palati fini. Le sperimentazioni preseguono con la bella “Syria” e così una canzone dopo l'altra arriviamo alla fine del disco consci di avere tra le mani un buon lavoro.
Se il rock alternativo, moderno, sperimentale e di conseguenza progressivo, è il vostro pane quotidiano, date una chance a questi Fire on Dawson, una band coraggiosa che ha messo tanta passione in questo "7 Billion and a Nameless Somebody".