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Una storia tutta italiana per i Panychida Una storia tutta italiana per i Panychida Hot

Una storia tutta italiana per i Panychida

recensioni

gruppo
titolo
Haereticalia - The Night Battles -
Anno

Tracklist:

1. The Wild Hunt Assembly
2. Procession of the Dead
3. The Night Consumes the Light
4. Josafat (The Gathering)
5. In Striacium (instr.)
6. Hunting the Witches
7. … For I don´t Cause the Evil
8. The Livonian Werewolf
9. Perchtenlaufen (instr.)

Line-up:

Vlčák: scream
Sinneral: chitarra solista, orchestrazioni
Honza V.: chitarra acustica, clean vocals
Talic: basso
Sheafraidh: batteria, chitarra

opinioni autore

 
Una storia tutta italiana per i Panychida 2016-06-27 21:10:11 Dario Onofrio
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Dario Onofrio    27 Giugno, 2016
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I Benandanti furono i seguaci di un culto pagano di ispirazione nordica stabili nell'attuale Friuli tra il quattordicesimo e il diciassettesimo secolo. Secondo la leggenda, erano persone nate nel sacco amniotico e possedevano poteri paranormali, che li rendevano in grado di combattere streghe e demoni: proprio per questo, nonostante il loro ruolo fosse sostanzialmente positivo, non furono mai visti di buon occhio dai cattolici che dal 1475 circa li dichiararono eretici e perseguibili dall'inquisizione. Dopo oltre un secolo di persecuzioni il culto perse completamente la sua forza e scomparve del tutto durante il secolo successivo.

Questa, in breve, è la vicenda che attraversa Haereticalia dei Panychida, quarto album in studio per la band ceca e che segna una svolta verso sonorità più accessibili al pubblico, ispirato al libro dello storico Carlo Ginzburg che racconta e studia l'evoluzione dei culti agrari in Italia.

L'opera che ci passa per le orecchie è davvero ambiziosa: si tratta di circa quaranta minuti di musica dove parti acustiche, narrazione, orchestre e pure sfuriate black si alternano raccontandoci l'intera parabola del culto italico. L'ispirazione è davvero azzeccata: la commistione di elementi sopracitata annoia solo verso la fine, rendendo invece pezzi come Josafat (The Gathering) interessanti e coinvolgenti. L'estrema varietà che passa da pezzi quasi epici come The Night Consumes the Light o all'acustica In Striacium trasporta in modo saggio l'ascoltatore tra riffoni e lo scream di Vlčák, per non parlare del bellissimo intermezzo italiano all'interno di Hunting the Witches con tanto di confessione di uno dei Benandanti sotto tortura e la voce di Zdeněk Nevělík (ET MORIEMUR) che fa da inquisitore. L'unico punto debole dell'album sono proprio The Livonian Werewolf e la finale (totalmente strumentale) Perchtenlaufen, che ammazzano leggermente l'epicità raggiunta coi pezzi precedenti.

La possibilità di scadere nel banale c'era tutta, così come quella di non riuscire a rendere giustizia a una vicenda così epica e ricca di spunti. Invece i Panychida hanno mostrato una bella maturità compositiva, anche se manca quel fatidico "qualcosa in più" per emergere dal sottobosco immane di gruppi folk metal europei. Detto questo, comunque, vi consiglio assolutamente di recuperarlo se siete appassionati di saghe epiche o anche se siete solamente ascoltatori dei ben più noti Månegarm: in questo album ritroverete molta dell'epicità che attraversava il viking metal di una volta...

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