Tracklist:
1. Amen Ignis
2. Fate's Pantomime
3. The book of Shadows
4. Maya & the Wolf
Line-up:
Robin Howe: violoncello
Rob Holden: chitarra
Oscar Rangel: chitarra, cori
Wojtek Sokolowski: basso, cori
Alan Madhavan: batteria
Will Patterson: voce
Tracklist:
1. Amen Ignis
2. Fate's Pantomime
3. The book of Shadows
4. Maya & the Wolf
Line-up:
Robin Howe: violoncello
Rob Holden: chitarra
Oscar Rangel: chitarra, cori
Wojtek Sokolowski: basso, cori
Alan Madhavan: batteria
Will Patterson: voce
Devo ammettere di essermi sbagliato di brutto sulla prima impressione che mi avevano fatto questi Operus. Canadesi di nascita, il sestetto di Toronto capitanato da Robin Howe (violoncello) e Rob Holden (chitarra) pubblica per la prima volta un ep dopo ben 10 anni di attività: periodo che, mi viene da dire, ha dato appieno i suoi frutti. La militanza di molti dei nuovi membri in altre band (Oscar Rangel con gli Annihilator dal vivo e Wohtek Sokolowski con i Panzerfaust) ha sicuramente contribuito ad accelerare il songwriting.
Nel symphonyc power metal degli Operus si possono ritrovare numerosissime influenze che li renderanno sicuramente interessanti a una grossa fetta di pubblico, non necessariamente quella più "nightwishiana": dal medieval death metal degli Haggard all'epic dei Virgin Steele, senza però essere troppo repentini nei cambiamenti e risultanto omogenei e interessanti.
L'ep si compone di quattro pezzi: andiamo dalla ritmica cadenzata di Amen Ignis, che lascia spesso spazio a stacchi di violoncello, al power metal indiavolato di Fate's Pantomime, passando per la piratesca The Book of Shadows, fino alla bellissima Maya and the Wolf che chiude tutto il pacchetto.
Qualche anno fa probabilmente mi sarei esaltato parecchio per una prima prova in studio del genere. Oggi che sono un po' più vecchio, in realtà, mi esalto ancora di più: il lavoro di incroci tra violoncello e chitarre è veramente eccelso e portato a un ottimo livello dall'esperienza artistica dei membri più navigati. L'unica cosa che mi viene da sottolineare come "pecca", è un songwriting che a tratti risulta quasi schizofrenico, alternando sovente diverse parti tra di loro. Sarà magari anche solo un problema di produzione, comunque Opus I è un EP di tutto rispetto e vale il tour che la band sta affrontando con i Sonata Arctica. Continuate così!