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Smolski alla prova: dai Rage agli Almanac... Smolski alla prova: dai Rage agli Almanac... Hot

Smolski alla prova: dai Rage agli Almanac...

recensioni

gruppo
titolo
Tsar
etichetta
Nuclear Blast
Anno

Tracklist:

1. Tsar
2. Self-Blinded Eyes
3. Darkness
4. Hands Are Tied
5. Children Of The Future
6. No More Shadows
7. Nevermore
8. Reign Of Madness
9. Flames Of Hate

Line-up:

Victor Smolski : chitarra solista
Andy B. Franck: voce
David Readman: voce
Jeanette Marchewka: voce
Enric Garcia: tastiere
Michael Kolar: batteria
Armin Alic: basso

opinioni autore

 
Smolski alla prova: dai Rage agli Almanac... 2016-03-18 15:43:50 Dario Onofrio
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Dario Onofrio    18 Marzo, 2016
Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 2016
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ci sono storie e sodalizi che sembrano durare per sempre, ma che improvvisamente esplodono separando le carriere di due artisti che fino a quel momento avevano convissuto felicemente. In questo caso parlo di Victor Smolski e Peavy Wagner, che per anni sono stati la spina dorsale dei Rage.

Un po' come quando John Schaffer aveva divorziato da Matt Barlow, mentre il buon Peavy sta cercando di mandare avanti la nota power metal band tedesca rispolverando un suono un po' retrò, Smolski fonda gli Almanac (delizioso notare la mostruosa quantità di nomi di progetti solisti vari sulla pagina del nostro amico su Metal Archives) e pubblica questo Tsar, palesemente ispirato alla lezione dell'ultimo LMO: un lavoro che possiamo quasi dire di ispirazione broadwayana per quanto riguarda le atmosfere molto teatrali. Si tratterebbe infatti di una sorta di concept album sulle guerre di ieri e di oggi, che spazia dalle invasioni Mongole a Ivan il Terribile, dai Cosacchi all'Assedio di Costantinopoli. Ad accompagnare il roccioso chitarrista, in veste anche di compositore, l'orchestra "Orquestra Barcelona Filharmonia", le voci di David Readman (PINK CREAM 69) e Andy B. Franck (BRAINSTORM), nonché la bravissima Jeanette Marchewka che avevamo già sentito sempre sull'ultima fatica sinfonica dei Rage.

Come suona questo disco della discordia? Beh, devo ammettere che suona tremendamente bene: produzione ottima e arrangiamenti in puro stile Smolski, come potrete sentire sin dalla title-track che apre l'album. L'orchestra, anziché essere la spina dorsale della situazione, è quasi "relegata" in secondo piano: il che ci fa godere perfettamente del riffing durissimo dell'ex Rage, senza contare l'ottimo lavoro svolto dai tre singer in alternanza e in coro, cosa che dà un motivo di carica soprattuto nella seconda Self-Blinded Eyes e nella bellissima Children of the Future, una delle mie preferite del disco. Non mancano le tirate power come in Nevermore o nelle parti più infuriate di Hands are Tied, senza contare gli occhiolini all'hard rock come nella penultima Reign of Madness.

C'è un sapore dolceamaro che pervade Tsar, forse la mancanza del mitico Peavy dietro ai microfoni e quel suono così maledettamente rageiano che tutti i fans riconosceranno immediatamente. Che giudizio si può avere per un lavoro simile? Beh, se siete fan dei Rage più barocchi, sinfonici e broadwayani (quelli di LMO e XIII), acquistate pure a scatola chiusa. L'alternanza assoli/archi, l'assoluta precisione nella produzione, i suoni perfettamente inquadrati e le atmosfere ricostruite perfettamente dal lavoro di tastiera, vi trasporteranno in un mondo tutto inventato dal roccioso chitarrista che non mancherà di sorprendervi.

Purtroppo però, mi viene da aggiungere, Tsar è classificabile quasi come un ottimo esercizio di stile, dove Smolski rilegge Smolski riutilizzando atmosfere e suggestioni dei vecchi dischi dei Rage, aggiungendo qua e là qualcosa grazie all'utilizzo di due cantanti nuovi e musicisti che lo seguono ciecamente. Insomma, per me che non vado completamente pazzo per i teutonici sopracitati, questo album finirà presto nel dimenticatoio, salvo rispolverarlo qualora avrò voglia di un po' di "musical metal"...

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10
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