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Con i M.A.I.M. la vostra patente potrebbe non tornare Con i M.A.I.M. la vostra patente potrebbe non tornare Hot

Con i M.A.I.M. la vostra patente potrebbe non tornare

recensioni

gruppo
titolo
Manere, Ombre, Briscole
etichetta
Nadir Music
Anno

Tracklist:

1 - Casera Death Trip
2 - Freedom Tank
3 - Quest for Perfection
4 - Four Kings
5 - Polenta & Dragon
6 - Bruledi
7 - Beyond the Horizon
8 - Blood Stained Walls
9 - Glory Bound

Line-Up:

Dario De Nart: Voce
Giovanni Chemello: Chitarra
Carlo De Nart: Chitarra
Aurora Torri: Flauto
Emanuele Prest: Tastiere
Simone Giovinazzo: Basso
Nicola De Cesero: Batteria

opinioni autore

 
Con i M.A.I.M. la vostra patente potrebbe non tornare 2015-12-11 17:56:38 Dario Onofrio
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Dario Onofrio    11 Dicembre, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Se pensavo che il folk metal italiano avesse sparato tutte le sue cartucce mi ritrovo costretto, dopo l'album dei Selvans e questo "Manere, Ombre, Briscole" dei M.A.I.M., a cambiare idea.
Si, perché è vero che siamo pieni di band che esaltano l'alcolismo come fonte di ispirazione e di vivere, ma pochissimi avevano composto delle canzoni epico-demenziali come i M.A.I.M. (non chiedetemi per cosa stia la sigla). Detto questo andiamo a confermare tutto ciò che scrisse il buon Ninni a marzo dell'anno scorso, quando recensì l'ep.

Ma cosa rende simpatici i M.A.I.M. oltre ai titoli bizzarri (Casera Death Trip, e ho detto tutto)? Sarà che persino il loro aspetto da metallari della prima ora più che incutere timore incute voglia di andare a bere qualche birraccia del discount (diciamo un Eurospin, giusto per iniziare) nel Fantabosco con Tonio Cartonio (tutto questo in senso buono, intendiamoci) e che musicalmente i nostri citino quasi palesemente gli Skyclad del periodo post-Martin Walkyier. Infatti, se riuscite ad ascoltare bene perché non siete ancora abbastanza sbronzi, l'intreccio musicale tra chitarre, flauto, tastiera, basso e batteria ricorda palesemente quegli esempi d'oltremanica che gli Elvenking dei primi album avevano provato a imitare, per poi spostarsi su terreni più commerciali. Sicuramente Quest for Perfection impone di alzare la gradazione alcolica e passare al vinaccio da osteria, anche se la voce narrante del cantante Dario de Nart ci mette in guardia dal fatto che la nostra patente potrebbe non tornare (si, dice davvero così ad un certo punto della canzone). Comunque la band mi sembra molto preparata tecnicamente, anche dal punto di vista interpretativo dei pezzi (in Polenta & Dragon alcune note sembrano quasi dissonanti col resto per creare una atmosfera nonsense/demenziale). Tutto ciò contribuisce ad accrescere il mio desiderio alcolico e mi spinge a imbracciare dell'ottimo sidro del BENNET (catena di supermercati presente nel comasco) quando passo a Bruledì, cantata, credo, in dialetto bellunese. Verso la fine del disco vediamo pure un tentativo di spingersi su terreni più epici, cosa che mi costringe a passare a del Calvados quando attacca Blood Stained Walls (il giro iniziale non vi ricorda un po' The Declaration Of Indifference degli Skyclad?).

Insomma, la band bellunese non inventa assolutamente nulla di nulla, ma almeno fa un folk metal senza mjolnir e robe pagane alle quali la penisola ci ha tristemente abituati. Peccato solo per i suoni, che sono palesemente registrati "da primo album", con una batteria confusionaria e senza un sentimento di "pienezza" nel sound, e per il buon singer che non riesce esattamente a prendere tutti gli acuti del caso.
Nonostante questo vi impongo di andare subito a comprarvi "Manere, Ombre, Briscole", e la prossima volta che un trve folkster ov davkness vi impone di pregare Odino ditegli di farsi una risata e sapparsi una birra in vostra compagnia.

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