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"Archangel", il ritorno dei Soulfly "Archangel", il ritorno dei Soulfly Hot

"Archangel", il ritorno dei Soulfly

recensioni

gruppo
titolo
Archangel
etichetta
Nuclear Blast
Anno

LINE-UP

Max Cavalera - guitars, vocals

Marc Rizzo - guitars

Tony Campos - bass

Zyon Cavalera - drums

 

TRACKLIST

1. We Sold Our Souls To Metal

2. Archangel

3. Sodomites

4. Ishtar Rising

5. Live Life Hard!

6. Shamash

7. Bethlehem’s Blood

8. Titans

9. Deceiver

10. Mother Of Dragons

opinioni autore

 
"Archangel", il ritorno dei Soulfly 2015-09-22 19:49:58 Chiara
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Chiara    22 Settembre, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Max Cavalera e soci ritornano con il loro decimo album di studio “Archangel”, a distanza di due anni da “Savages”. La prolifica band non si smentisce: il sound è sempre lo stesso, una ricetta collaudata che non invecchia con il passare del tempo, ma che non dice neanche nulla di nuovo.

Come suggerisce il bell’artwork della copertina ad opera di Eliran Kantor, i temi attorno ai quali si dipana “Archangel” sono la religione e il mito. Si inizia con “We Sold Our Souls To Metal”, brillante dichiarazione di intenti che senza se e senza ma ingrana la marcia facendo partire un pugno nello stomaco che ben dispone all’ascolto delle tracce successive. La tematica religiosa si fa lampante nella title track, un tipico pezzo alla Soulfly, oltre che una spirale vertiginosa e ipnotica verso l’oblio, in cui gli assoli di sei corde sono le urla dei dannati. “Live Life Hard!” apre una breve parentesi screamo-hardcore con un interessante featuring di Matt Young dei King Parrot, che si richiude subito non appena attacca “Shamash”, una serie di invocazioni sciamaniche a ritmo di groove. L’episodio a mio avviso più debole è “Bethlehem's Blood”, che nonostante le sue trombe del giudizio, si perde un po’ tra gli altri pezzi. Ma non vi preoccupate: con “Titans” si ritorna a farsi male, ed è un brano che dal vivo farà macelli di sicuro, con il suo giro di basso e il suo ritmo spaccaossa. Per non parlare dell’altrettanto devastante “Deceiver”. Per finire una bella citazione da veri nerd: “Mother Of Dragons” verrà apprezzata in particolar modo dai fan di “Game of Thrones”.

Ancora una volta, i Soulfly si attestano sul loro livello e svolgono il loro compito con diligenza ma senza il colpo di genio, offrendoci un album piacevole ma nulla di più.

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