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Buon debutto per i The Ghost Next Door Buon debutto per i The Ghost Next Door Hot

Buon debutto per i The Ghost Next Door

recensioni

titolo
The Ghost Next Door
etichetta
Mausoleum Records
Anno

LINE UP

Gary Wendt – Guitars, Vocals

Aaron Asghari – Guitars

Seanan Gridley – Bass

Paula Sisson – Drums

 

TRACKLIST

1. Forever My Demon

2. Crickets

3. All Fall Down

4. Ten Steps Back

5. Dead Things

6. Bully

7. Eleven O’Clock Blues

8. Fragile

9. Famous Last Words

opinioni autore

 
Buon debutto per i The Ghost Next Door 2015-06-25 08:56:04 Chiara
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Chiara    25 Giugno, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

I The Ghost Next Door sono uno dei pochi casi in cui è nato prima il nome che la band. Sembra un paradosso, ma le cose sono andate proprio così per Gary Wendt, il motore alla base del progetto: il fantasma della porta accanto esiste veramente, almeno come leggenda metropolitana, perché si vocifera che la casa di fianco all’appartamento del vocalist/chitarrista fosse infestata, e quindi quale migliore occasione per prendere ispirazione per il nome di una nuova formazione? Infatti, dopo questa fulminazione, Wendt, un musicista dalle spalle robuste che vanta collaborazioni con nomi del calibro di Gary Holt e Robb Flynn, si precipita in sala di registrazione per iniziare il lavoro sull’omonimo album di debutto della sua band, ma i restanti componenti del gruppo si sono aggiunti solo in corso d’opera.

Possiamo affermare pertanto che “The Ghost Next Door” è un album che si è sviluppato “on the go”, senza un concept prestabilito: se da un lato questa caratteristica aiuta a uscire dagli schemi e svicolare dalla rigidità di alcuni di essi, dall’altra può essere un’arma a doppio taglio in tema di coerenza stilistica e sviluppo delle idee. Punto forte dell’album però, e qui c’è poco da discutere, è il songwriting, solido e lineare, in grado di indagare molteplici sfumature dei sentimenti umani e coprire diversi argomenti. Nel promo del disco si accenna alla malinconia anni ’80 e ’90 coniugata al sound metal della Bay Area: personalmente non riscontro una grande presenza delle sonorità della Bay Area, se non forse perché Gary Wendt è originario della zona e bazzica da tempo nell’ambiente. A mio avviso invece “The Ghost Next Door” deve tantissimo agli anni ’90 alternative rock degli Alice In Chains (il timbro vocale di Gary Wendt spesso e volentieri ricorda Layne Staley nei suoi migliori anni) e dei Jane’s Addiction (vedi “Forever My Demon”). Il tutto è impreziosito da venature punk, jazz, progressive metal, sad-core e reggae (“Bully” ne è un esempio) e da un’aura cupa e spaventosa evocata anche dalla famosa casa stregata raffigurata nell’artwork della copertina.

Wendt quindi ha messo in piedi una robusta macchina da guerra, ma come in ogni buon puzzle che si rispetti, mancano ancora un paio di tasselli per renderlo davvero completo e fluido. I The Ghost Next Door però sono appena nati, e ne hanno di tempo per farsi le ossa e imparare a camminare e a correre sulle proprie gambe.

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