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Un'ora di ninna nanna coi Kamelot... Un'ora di ninna nanna coi Kamelot... Hot

Un'ora di ninna nanna coi Kamelot...

recensioni

gruppo
titolo
Haven
etichetta
Napalm Records
Anno

Tracklist:

1. Fallen Star
2. Insomnia
3. Citizen Zero
4. Veil of Elysium
5. Under Grey Skies
6. My Therapy
7. Ecclesia
8. End of Innocence
9. Beautiful Apocalypse
10. Liar Liar (Wasteland Monarchy)
11. Here's to the Fall
12. Revolution
13. Haven

Line-up:

Thomas Youngblood - Chitarra
Tommy Karevik - Voce
Casey Grillo - Batteria
Oliver Palotai - Tastiera
Sean Tibbetts - Basso

opinioni autore

 
Un'ora di ninna nanna coi Kamelot... 2015-05-11 14:27:29 Dario Onofrio
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Dario Onofrio    11 Mag, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La prima domanda che mi è sovvenuta quando ho finito di ascoltare Haven è stata: "ma da quanto i Kamelot hanno smesso di fare power metal?".
Al di là (per ora) della malignità delle mie opinioni: Haven è l'undicesima prova in studio della band pilotata da Oliver Palotai, arrivata a due album dal fondamentale cambio di singer che ha lasciato un evidente segno nella band. Ahimè, purtroppo questo segno non è stato molto positivo e continua a puntare inesorabilmente verso il basso: se Silverthorn era un discreto album power, Haven non è purtroppo all'altezza del suo predecessore.
Chiariamoci: i Kamelot suonano come sempre, ovvero tecnicamente ineccepibile e molto puliti e precisi per quello che fanno. Ma la cosa brutta è che a parte due o tre canzoni (peraltro quelle con gli interventi di Alissa White-Gluz degli Arch Enemy, Troy Donockley dei Nightwish e Charlotte Wessels
dei Delain) questo album suona completamente senza un'anima.
Prendiamo in esempio il primo pezzo: Fallen Star. Una semplicità compositiva imbarazzante che non mi sarei mai aspettato da chi ha scritto capitoli FONDAMENTALI della storia di questo genere. Per non parlare del chorus di Insomnia, anch'esso a tratti ammorbante. Dopo la marcia Citizen Zero (forse uno dei pochi pezzi veramente riusciti) finalmente riusciamo ad ascoltare un po' di doppio pedale su Veil of Elysium, nonostante anche qua sia la fiera della banalità con il classico ritornello stracciamutande per le fan della band. Per fortuna la ballad Under Gey Skyes ci porta parecchio in alto e fa tirare un sospiro di sollievo rispetto al mucchio di noia accumulato da prima, con una bravissima Charlotte Wessels al controcanto e un ottimo Troy Donocley dei Nightwish dietro agli strumenti folkeggianti.
Purtroppo, dopo questo sospiro di sollievo, arriva uno dei pezzi più noiosi in assoluto: My Therapy, che ritorna su tempi regolarissimi con un chorus che ormai sarà la terza volta che sentiamo (il bravissimo Tommy Karevik reinciso e la tastiera di Palotai che non vuol più fare improvvisazione).
Fortunatamente riusciamo a restare svegli con End of Innocence, che nonostante abbia anch'essa un coro ammorbante comunque non è una palla come il pezzo precedente.
E finalmente da qui in poi vediamo uno spiraglio di luce. Infatti Beautiful Apocalypse, nonostante sia poverella d'idee, riesce comunque a strapparci un sorriso, mentre in Liar Liar torna prepotente il doppio pedale, con un Karevik al massimo dell'espressività vocale.
Lasciando perdere la ballad Here's to the fall arriviamo pure a Revolution, finalmente un bel pezzo dove fa da padrona Alissa degli Arch Enemy. Ed è qui che almeno i Kamelot riescono a regalarmi qualche emozione, sarà perché hanno dovuto scrivere qualcosa che fosse un filo vagamente violento e non la solita nenia, con un bel riffone corposo tendente thrasheggiante e un Palotai che si limita a fare di sottofondo, ma con stile.
Skippiamo pure Haven, la conclusiva "strumentale" (in realtà composta da sole tastiere).
Ciò che mi chiedo è: perché? Perché un gruppo come i Kamelot si è messa a copiare dai Nightwish di Dark Passion Play? Perché c'è 0 voglia di provare a scrivere qualcosa di nuovo come facevate un tempo? Trovatemi in stò disco un pezzo che rassomigli vagamente a When the lights are Down o a Centre of the Universe e vi darò un premio, davvero. 1Davvero non avete più nulla da dire?
Insomma, il mio giudizio su Haven non può essere positivo. Mi auguro che questo disco sia solo un passo falso per una band che sono sicuro può fare ancora molto per il power metal.

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