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D.A.M.: Quando le clean vocals non vanno d'accordo con il melodic death D.A.M.: Quando le clean vocals non vanno d'accordo con il melodic death Hot

D.A.M.: Quando le clean vocals non vanno d'accordo con il melodic death

recensioni

gruppo
titolo
The Awakening
etichetta
Autoproduzione
Anno

 

1. From the Ashes (T.J.O.T.F)
2. The Great Work (Magnum Opus, Pt.I)
3. Reborn from the Shadows
4. Lies
5. The Breaking Point (T.M.S, Pt.IV)
6. Illusions
7. The Awakening
8. Violated Angel
9. Nightmare(T.M.S, Pt.II)
10.
Separation
11. Alone
12. Thelema (Magnum Opus, Pt.II)

opinioni autore

 
D.A.M.: Quando le clean vocals non vanno d'accordo con il melodic death 2015-05-02 17:45:12 Gianni Izzo
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Gianni Izzo    02 Mag, 2015
Ultimo aggiornamento: 02 Mag, 2015
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I brasiliani D.A.M. si formano nel 2009 per opera del cantante e tastierista Guilherme De Alvarenga, a cui nel tempo si uniscono Edu Megale e Guilherme Costa alle chitarra, Caio Campos al basso e Vinicius Diniz alla batteria.

Questo “The Awakening” è un’autoproduzione uscita il dicembre scorso, non il primo full-lenght dei nostri, che in precedenza hanno già pubblicato “Tales Of The Mad King”, insieme ad altri 2 Ep.

De Alvarenga è uno studioso di musica classica, adora il metal estremo, così come il power metal, soprattutto, sembra quasi ovvio, quello di stampo neoclassico.

Tutto questo è ben rappresentato in “The Awakening”, melodic death, molto tecnico dal punto di vista strumentale, seppur troppo derivativo, Children Of Bodom in testa, unito a qualsivoglia approccio power, barocco e sinfonico.

Il risultato finale ha due facce: la prima ci mostra una band non troppo originale, ma con un buon gusto nel creare il giusto equilibrio tra aggressività e melodia. Nei riff e negli assoli, i botta e risposta tra tastiere e chitarre malmsteeniane sono molto gradevoli, anche se nel tempo un po’ troppo ripetitive. Anche lo screaming è abbastanza buono, le atmosfere dal sapore rinascimentale, così come le sinfonie gotiche (Nightmare, Violated Angel), che avvicinano i D.A.M anche al modus operandi dei Cradle Of Filth, sono abbastanza piacevoli.
Nell’insieme però manca il pezzo che ti rapisce, la hit, quello o quei brani particolari che si ergono tra gli altri, ma il vero punto dolente, l'altra faccia della band, la debolezza dei D.A.M., sta nella loro idea di voler rimanere a metà strada tra death e power, non solo musicalmente (che ci sta pure), ma anche dal punto di vista vocale.
Infatti quanto lo screaming è soddisfacente, tanto le clean vocals sono disastrose. E non parlo solo del fatto che le linee vocali, tranne forse in “Reborn From The Shadows”, sono abbastanza anonime, ma tecnicamente non ci siamo proprio. Da questo punto di vista, i D.A.M. purtroppo perdono d’un tratto tutta la loro bravura e dedizione, come se un intruso avesse voluto rovinare il buon compito svolto dalla band. In generale la voce pulita è molto debole, ed ahimè molte volte anche calante, in breve abbiamo frangenti in cui si sentono stonature poco gradevoli.
In poche parole, le clean vocals sono del tutto fuori luogo, e più che caricare il brano, diventano solo un elemento di fastidio. Per fortuna la band ha evitato di inserire sistematicamente la voce pulita dovunque, ma sono comunque troppe le tracce che vengono puntualmente distrutte da questo non riuscito escamotage espressivo.
Un vero peccato, perché i brasiliani sono dei bravi musicisti, che sicuramente devono crescere in personalità, ma al momento devono in primo luogo fare una scelta: o darsi solo al melodic death, che a questo punto mi sembra l’opzione più giusta…o dedicare un pò di tempo anche allo studio del canto.

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