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IL THRASH METAL CORROSIVO ED OLD SCHOOL DEI BLINDEATH IL THRASH METAL CORROSIVO ED OLD SCHOOL DEI BLINDEATH Hot

IL THRASH METAL CORROSIVO ED OLD SCHOOL DEI BLINDEATH

recensioni

gruppo
titolo
"Into The Slaughter"
etichetta
Earthquake Terror Noise
Anno

Line Up:

 

Gioele Zoppellaro: voce e chitarra

Simone Aiello: voce e chitarra 

Luca Frisenna: basso

Danilo Sunna: batteria

 

Tracklist:

 

1. Blood And Guts

2. Murdered By The Beast

3. Toxic War

4. Moshing Maniax

5. Arcadia

6. 2977

7. Rebels Die Hard

8. Welcome to the Thrash Party

9. Feast Of Blood

opinioni autore

 
IL THRASH METAL CORROSIVO ED OLD SCHOOL DEI BLINDEATH 2015-04-26 08:20:16 Michele Alluigi
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Michele Alluigi    26 Aprile, 2015
Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 2015
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

I milanesi Blindeath si presentano subito come il gruppo ideale per fare un salto nel passato, in quei tanto amati eighties del thrash metal che tutti, chi più chi meno, portiamo nel cuore. A travolgerci immediatamente è la furia alcalina di questo quartetto: la opener "Blood And Guts" ci colpisce dritti al volto senza tanti compromessi, quasi a mettere in chiaro che il motto del gruppo è uno: o mosh o morte. Il songwriting complessivo affonda a piene mani nella tradizione del genere, D.R.I, Exhumer, Assassin, Tankard, Sodom ed Artillery sono i primi nomi richiamati, anche se non mancano spunti più personali e freschi che rendono le canzoni originali e mai scontate (particolarmente pregevoli sono infatti il finale di "2977"e l'intro di Feast Of Blood", dove ci accompagnano due delicati arpeggia metà tra gli Iron Maiden ed i Metallica del periodo "And Justice For All"). I pezzi dei Blindeath colpiscono anche per l'immediata attitudine che lasciano trasparire, si capisce immediatamente che questi quattro musicisti compongono e suonano con il cuore, articolando al meglio ogni passaggio ma al tempo stesso lasciandosi anche guidare dall'istintività tipica dell'old school, elemento quanto mai essenziale per non sfornare dischi ritriti e fini a se stessi. La produzione in studio del lavoro mira maggiormente verso il recupero della "classicità" del thrash: le chitarre possiedono infatti un sound ruvido e tagliente, grazie al quale possono balzare all'orecchio subito decise e potenti; le parti soliste sono invece lavorate in maniera diversa, al fine di rendere le sfuriate di scale e tapping una vera colata di note altissime e di impatto. Alla predominanza degli alti e dei medi sulle sei corde fa da contraltare un basso caldo ed avvolgente, che sostiene tutte le tracce con un vero e proprio muro sonoro, infine le pelli sono lavorate per essere il più possibile secche ed incisive, facendo sì che ogni colpo sia, insieme alle voci, una vera e propria martellata. Unica "pecca" sono alcune parti soliste di chitarra che, per quanto ben eseguite, risultano forse un po' troppo lunghe, creando un intervallo troppo dilatato tra una strofa di cantato e l'altra. Nonostante ciò, "Into The Slaughter" si rivela un album assolutamente appetibile per tutti gli amanti del thrash metal più tradizionale e primigenio.

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