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Grinta e riffoni con i Rebeldevil! Grinta e riffoni con i Rebeldevil! Hot

Grinta e riffoni con i Rebeldevil!

recensioni

titolo
The Older, The Bull, The Harder The Horn
etichetta
Autoproduzione
Anno

Tracklist:

1. Rebel Youth
2. Sorry
3. Freak Police
4. Remember
5. Religious Fantasy
6. The Older the Bull, the Harder the Horn
7. Angel Crossed My Way
8. Crucifyin' You
9. Alone in the Dark
10. Power Rock 'n' Roll

Line-up:

Gianluca Perotti - voce
Dario Cappanera - chitarra
Alessandro Paolucci - basso
Ale Demonoid - batteria

opinioni autore

 
Grinta e riffoni con i Rebeldevil! 2015-04-13 14:44:06 Dario Onofrio
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Dario Onofrio    13 Aprile, 2015
Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ricordo che sentii parlare dei Rebeldevil nel 2009 e che la cosa mi era piaciuta fin da subito. D'altronde può una band composta da gente proveninte da Strana Officina (Dario Cappanera), Extrema (Gielle Perrotti), Raw Power (Ale Paolucci) e Negrita (Cristiano dalla Pellegrina) non suscitare interesse? Ricordo un album dal titolo Against You e nulla di più, che però mi aveva lasciato piacevolmente sorpreso (anche perché spesso i supergruppi non sono all'altezza delle aspettative).
Dopo una pausa di ben sei anni i Rebeldevil tornano a far parlare di sé con The Older, The Bull, The Harder The Horn, separatisi dal vecchio batterista per far entrare in formazione Ale "Demonoid" Lera degli Exilia.
A mio parere le correnti di provenienza dei vari membri (heavy, thrash, groove, hardcore etc.) sono sapientemente mischiate in un disco che raramente annoia l'ascoltatore.
Si inizia infatti sulle note di Rebel Youth, un pezzaccio che richiama alla lontana i Kyuss di Green Machine mischiandoli con una attitudine più alla Pantera. Riffoni, un serratissimo ritmo in quattro quarti e un refrain con clean vocals rendono questo pezzo cantabilissimo e godibilissimo. Ma anche citazioni a mostri del genere (ai quali i nostri non hanno nulla a che invidiare) come i Black Label Society non mancano nella seconda Sorry o nella ballad Angel Crossed my Way.
In questa macchina tutto funziona alla grande, anche le influenze hard rock della title-track o quelle alternative di Religious Fantasy (uno dei migliori del disco a mio parere). Il missaggio e la produzione, a volte sporcati e aggressivi, sono assolutamente funzionali a un lavoro di questo calibro che nasce proprio per raccontare la ribellione e il disagio generazionale come molte band americane dal passato ci hanno insegnato a fare.
Insomma una volta tanto ci troviamo di fronte a un disco che ha tutte le potenzialità per piacere a true metallers e non: una bella ventata di aria fresca in un mercato purtroppo sempre sottovalutato come quello italiano. Augurandomi che il progetto continui a camminare per i fatti suoi non mi resta che trovare un'occasione per godermi questa fantastica band dal vivo, visto che conoscendone i membri mi aspetto fuochi d'artificio!

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