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Iberici ma non troppo: ecco i Northland. Iberici ma non troppo: ecco i Northland. Hot

Iberici ma non troppo: ecco i Northland.

recensioni

gruppo
titolo
Downfall & Rebirth
etichetta
Autoproduzione
Anno

Tracklist:

1.When Nature Awakes      
2.Bloodred Sunrise      
3.Together We Die      
4.The Rite
5.Fury's Unleashed
6.Duskriders
7.Spirit in Darkness
8.Whispers in the Wind
9.Downfall and Rebirth
10.Moonlight Spell
11.Newborn Star

 

Line-up:

Pau Murillo: voce, chitarra solista e arpa
Alex Fernández: chitarra ritmica
Pol Lemaire: tastiera
Pau Vázquez: violino, cori
Vic A. Granell: basso e cori
Jose Rosendo: batteria

opinioni autore

 
Iberici ma non troppo: ecco i Northland. 2015-02-28 14:09:48 Dario Onofrio
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Dario Onofrio    28 Febbraio, 2015
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Che il folk metal sia un genere che ha spopolato in qualunque parte del globo lo sappiamo tutti, così come sappiamo che a distanza di anni (ormai 6) vanta ancora una vastissima schiera di pubblico. Sappiamo anche che nella penisola iberica fanno da padroni i Mägo de Oz, la band guidata dal batterista Txus di Fellatio che fonde power e folk metal ai ritmi mediterranei spagnoli.
Molti di voi si aspettano che dalla Spagna possano arrivare solo band folk metal di questo tipo, vero? Invece oggi recensisco Downfall and Rebirth dei Northland, band al secondo album pubblicato distribuito da Metalmessage, ispirato dalle correnti nordiche più che mediterranee.
Non conoscevo questi ragazzotti che sono in giro ormai dalla bellezza di 8 anni, ma sono contento di essermi imbattuto in un album che, sebbene inizialmente possa suonare banale, in realtà rivela un feeling e una freschezza compositiva che molti gruppi hanno perso in tanti anni di folk metal. Giusto per darvi delle indicazioni: tra violino, flauto, fisarmonica e tastiera, Downfall and Rebirth è un lavoro ricco di spunti interessanti che combinano nel modo più classico death metal e ritmi folkeggianti. Le influenze che mi vengono da citare sono innumerevoli: Eluveitie, Cruachan, Waylander, Arkona, Månegarm e tanti altri. Infatti, in questo disco, molti spunti che sentirete sono perfettamente riconducibili ai gruppi citati prima: basti sentire l'opener When nature Awakes, che in cinque minuti di giri di flauto e violino ci dà esattamente l'idea di dove andremo a parare. Un altro elemento che mi è molto piaciuto in questo album sono i cori sui ritornelli, che ricordano molto i Månegarm ma anche i nostrani Furor Gallico, ai quali questi Northland stanno veramente vicini come indirizzo e sonorità.
Passiamo così tra le ritmiche cadenzate "a marcia" di Together we Die a vere e proprie killer-tracks come Fury's Unleashed, senza dimenticarci bellissimi stacchi acustici di rara finezza. Non mancano neanche momenti epici "a la Falkenbach" tipo Spirit in Darkness, che secondo me fa palesemente l'occhiolino a As long the wind blows del noto compositore teutonico. La summa di tutto quello che vi sto raccontando la troverete nella title-track, che mischia sapientemente l'abilità e la bravura dei Northland, facendo emergere a mio parere l'elemento fondamentale della loro musica: la batteria. Se presterete l'orecchio, infatti, sentirete che Jose Rosendo è un vero mostro di tecnica, un musicista che non si limita a fare la sua particina ma che colora il drumming con delle sfumature quasi etniche, dalle quali le composizioni degli iberici traggono moltissimo valore aggiunto. Sinceramente io avrei chiuso il disco con la bellissima ballad Moonlight Spell, mentre invece la band ha voluto metterci dentro anche l'ultima Newborn star, che però ho faticato ad apprezzare per via delle ripetizioni stilistiche.
Se da una parte, infatti, Downfall & Rebirth si dimostra un album eccezionalmente maturo dal punto di vista del sound, dall'altro soffre ovviamente della sindrome di tutti i gruppi folk metal di oggi: la mancanza di buone idee dal punto di vista compositivo. Vi ho elencato sopra qualche band a cui fare riferimento, quindi sapete a cosa state andando incontro, però il platter non ha pezzi che svettano, ad eccezione forse di Spirit in Darkness. Per cui valutate voi se dare una chance o no ai Northland: io, sinceramente, se avessi la possibilità di vederli dal vivo sicuramente sarei sotto al palco a scapocciare.

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