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Vorpal Nomad: la nuova band di Felipe Machado Franco Vorpal Nomad: la nuova band di Felipe Machado Franco Hot

Vorpal Nomad: la nuova band di Felipe Machado Franco

recensioni

titolo
Hyperborea
etichetta
Metalodic Records
Anno

Track-list:

1) Hyperborea

2) Skull island

3) The brotherhood

4) Final cry for freedom

5) Last hero on heart

6) The mad hatter

7) Vorpal Nomad

8) As the otherworld falls dawn

9) Jack’o’Lantern (bonus track)

 
 

 

Vorpal Nomad are:


Felipe Machado Franco - vocals

Nicolas Waldo – lead guitars

Andres Parada – guitars

Christian Gaitan – drums

Daniel Pinzon - bass

 

opinioni autore

 
Vorpal Nomad: la nuova band di Felipe Machado Franco 2012-07-17 09:06:27 Ninni Cangiano
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    17 Luglio, 2012
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I Vorpal Nomad arrivano dalla Colombia e questo “Hyperborea”, pubblicato dalla canadese Metalodic Records, è il loro debut album, dopo l’E.P. “The spirit machine”, autoprodotto nel 2010. La band è stata formata 2 anni fa dal singer e famoso disegnatore Felipe Machado Franco, autore di decine e decine di splendide copertine per metal bands di tutto il pianeta, (facciamo a gara a chi ne ricorda di più??) assieme al talentuoso chitarrista Nicolas Waldo. L’iperattivo Felipe, oltre a cantare molto bene con questi Vorpal Nomad, lo ricordiamo anche nei Thunderblast, band che ha realizzato lo scorso anno un discreto album intitolato “Invaders from another world”. Ma veniamo ad “Hyperborea”, presentato naturalmente con una copertina splendida, opera del grande Machado Franco. Il power metal presentato dalla band sud-americana è incentrato sul lavoro delle due chitarre, con la solista di Nicolas Waldo in grande evidenza, il tutto sorretto dall’ottimo lavoro alla batteria di Christian Gaitan (anche lui in passato nei Thunderblast); ho sentito poco il basso di Daniel Pinzon, forse alquanto sacrificato dalla registrazione, o appositamente relegato ad un ruolo secondario. Musicalmente parlando, lo stile dei Vorpal Nomad è accostabile a certo power sinfonico che ricorda un po’, fatte le dovute differenze, i nostri Rhapsody, qualcosa degli spagnoli Dark Moor, ma anche degli Stratovarius dei bei tempi; nulla di particolarmente originale dunque, ma sicuramente piacevole da ascoltare. Un sound, quindi, decisamente orecchiabile ed indubbiamente affascinante, con l’ugola sporca ed aggressiva del vocalist che ben si sposa con il sound, rendendolo più cattivo dello standard del genere. L’album è composto da 7 pezzi + intro (la title-track) e bonus track (la piratesca “Jack’o’Lantern”, utilizzata anche per un singolo nel 2011). Su tutti si staglia la lunga suite “As the otherworld falls down”, splendido esempio di tecnica musicale ed affascinante song che non può non conquistare e che, in fin dei conti, non sfigurerebbe nella discografia di una delle bands dei grandi Turilli e Staropoli! Piacevoli anche “The brotherhood”, in cui si sentono spesso anche le tastiere (ignoro però chi le abbia suonate, sorry), la happy-metal oriented “Last hero on heart” (Freedom Call docet!), nonché l’autocelebrativa “Vorpal Nomad”. Non mi ha entusiasmato la registrazione, nonostante mix e mastering sia opera di un certo Piet Sielck (10 minuti di vergogna per chi non conosce questo mostro sacro della musica tedesca!); mi auguro che dipenda da un’eventuale scarsa qualità dei files che ho avuto a disposizione e che su cd questi problemi non siano presenti. Per il resto non posso che suggerire “Hyperborea” dei Vorpal Nomad ad ogni appassionato del power metal, dato che si tratta di un disco indubbiamente interessante.

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